La Terra non riesce ad arrestare il suo surriscaldamento, le temperature sono sempre più alte e la situazione non sembra procedere per il meglio. La NOAA (National Oceanic Atmospheric Administration) fa sapere che il 2017 sarà, con tutta probabilità, uno degli anni più caldi di sempre, classificandosi al secondo posto nella panoramica generale. La previsione deriva dalle rilevazioni di temperatura per il mese di giugno effettuate proprio dalla NOAA, che lo attesta tra i primi tre più caldi in assoluto. Il tutto senza fenomeni atmosferici particolari ed eccezionali, come l’anticiclone caldo El Niño che lo scorso anno ha fatto aumentare notevolmente le temperature di tutto il pianeta.

Le classifiche relative al surriscaldamento globale in base agli anni, tuttavia, riportano costantemente gli ultimi quattro anni tra i primi posti, sintomo di una situazione propensa a progredire negativamente. Sempre la NOAA ha fatto sapere che tutti i mesi appena trascorsi nel 2017 hanno fatto registrare aumenti di temperatura, ponendosi così al terzo posto nelle rilevazioni storiche relative a quei mesi. La NASA, invece, ha diffuso dati leggermente diversi rispetto a quelli della NOAA, affermando che lo scorso giugno sia stato il quarto, non il terzo, più caldo di sempre.

Le regioni in cui si sono verificati gli aumenti di temperatura più preoccupanti sono l’Asia centrale e l’Europa centrale e occidentale, che in genere registrano temperature più basse. Preoccupante anche l’aumento del caldo nel Sud-Ovest degli Stati Uniti, dove addirittura si sono verificati annullamenti di voli per le alte temperature a Phoenix, in Arizona.

Andando nello specifico dei dati rilasciati dalla NOAA, si legge che nei primi sei mesi di quest’anno la temperatura generale è aumentata di quasi un grado rispetto alle medie del secolo scorso, 0,91° per la precisione. La differenza con lo stesso periodo del 2016 è di un lieve ribasso, pari a 0,16°, ma comunque superiore rispetto al 2015. Rispetto al 2016, tuttavia, il 2017 potrebbe comunque rivelarsi un anno torrido, proprio perché a differenza del suo predecessore non può imputare l’aumento delle temperature a fattori eccezionali come il sopracitato Niño.

Le agenzie internazionali, dunque, lanciano un chiaro segnale anche verso chi, come Trump, ha deciso di intraprendere la strada negazionista in fatto di cambiamenti climatici. Un percorso dannoso, soprattutto perché gli USA sono una delle maggiori potenze industriali, e quindi, portatrici di emissioni nocive. Ai governi degli altri paesi spetterà doppio compito: migliori politiche ambientali e capacità di contrastare atteggiamenti inqualificabili.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org