Gente incappucciata in sella a un motorino, colpi di pistola di primo mattino, fuga clandestina tra le vie del centro città e poi le urla, lo spavento, il dolore di un quartiere che tenta di rinascere, di risorgere. Vista così sembrerebbe la scena di un film, uno di quelli che tenta di ricostruire la realtà delle cose anche in maniera più cruda e diretta del solito. Una di quelle scene che fanno rabbrividire sul momento, ma che in seguito ti ricordano che è tutta finzione, è tutta una messa in scena e che la fine è lì, dietro l’angolo, magari al minuto 120 di una pellicola davvero niente male.
Purtroppo, però, quello di cui parliamo non ha niente a che vedere con un film o con una serie TV. Ci stiamo riferendo al vile attacco alla pasticceria “Poppella”, nel Rione Sanità di Napoli, un tempo quartiere storico d’eccellenza del commercio e dell’industria cittadina, adesso costretto a vivere e sopravvivere sotto la mano potente e spaventosa della criminalità organizzata. In realtà, il Rione Sanità sta attraversando un momento di crescita rispetto a qualche anno addietro: i piccoli commercianti cercano di risalire la china, nonostante le difficoltà economiche e, appunto, sociali. Ed è proprio per questo motivo che è intervenuta la camorra: per interrompere (o costringere ad interrompere) un processo ed un percorso di ripresa che rischierebbe di “sfidare” e mettere in dubbio il proprio potere.
La pasticceria Poppella è, a detta dei napoletani, una delle più importanti della città, sicuramente quella in assoluto del rione stesso. Nata nel 1920 e a quanto pare frequentata da uomini illustri come Totò, ha recentemente ottenuto il successo sperato grazie al “fiocco di neve”, un’invenzione dell’attuale proprietario e bravissimo pasticcere Ciro Scognamiglio, che ha addolcito e continua ad addolcire le giornate dei napoletani e dei pochi turisti che passano dalle strade della Sanità. Perché le vie per la ripresa e la ricostruzione sono molteplici e possono nascere da qualsiasi cosa: un’idea, un pensiero, un’associazione composta da gente in gamba, un teatro. O semplicemente da un dolce squisito.
Purtroppo, però, a combattere la voglia e la volontà di rialzare la testa ci pensano gli scugnizzi della camorra, gente vile che usa uno scooter e dei passamontagna per sparare, in maniera del tutto indisturbata, dei colpi di pistola con l’intento di spaventare, terrorizzare una intera comunità. E c’è di più: con azioni del genere, infatti, la criminalità non ha certo l’interesse preciso di fermare l’attività di una pasticceria, ma quello di voler imporre il proprio controllo in un territorio già di per sé difficile e poco curato dalle istituzioni.
È proprio nei confronti della politica e delle istituzioni che lo stesso Roberto Saviano, in un suo post, ha voluto mandare un grido di allarme e al tempo stesso di protesta: perché è impossibile e quasi incomprensibile che a Napoli, così come in qualsiasi altra città, degli uomini incappucciati decidano, in pieno giorno, di andare in giro con una pistola e sparare ad altezza uomo, in presenza di donne, uomini e persino bambini. Non solo: fa rabbrividire (e fa pure schifo) vedere come nessun esponente politico abbia parlato di quanto accaduto (ad eccezione del solo De Magistris, per ovvi motivi), come se il problema della camorra fosse una questione dei napoletani e basta, lasciati ancora una volta da soli a contrastare una organizzazione criminale, folle e pericolosa.
La pasticceria Poppella si riprenderà come è giusto che sia e i clienti che la frequentano hanno già dimostrato tutto il loro affetto (vedasi le foto pubblicate nella pagina Facebook di Ivo Poggiani, presidente della III Municipalità di Napoli, al seguente link). Resta, però, la paura per la elevata possibilità di nuovi episodi che rischierebbero di far ricadere nel buio il Rione Sanità e mettere in ombra la ripresa di una città intera che è il simbolo delle sofferenze e al tempo stesso della bellezza e della creatività.
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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