L’esercito governativo siriano, fedele al presidente Bashar al Assad, ha preso il controllo di quasi tutta la città di Aleppo, simbolo della guerra civile in corso nel paese. Il ministero della Difesa della Russia, nazione che appoggia ormai da più di un anno con le sue forze aeree la guerra di Assad contro i “ribelli” ad Aleppo, ha annunciato che ormai la presa finale della seconda città del paese è vicina. Secondo le autorità di Mosca, entro la fine dell’anno potrebbe essere proclamata la vittoria delle truppe di Assad nella campagna di Aleppo, quella che alcuni hanno definito “la madre di tutte le battaglie” in Siria. Sembra quindi che la Russia, entrata attivamente nel conflitto siriano poco più di un anno fa, stia vincendo la guerra in Siria insieme all’Iran che, mediante le milizie sciite, sostiene anch’esso attivamente i militari di Damasco impegnati sul campo.
Dalla battaglia di Aleppo potrebbero uscire perdenti invece gli Stati Uniti, accusati più volte dalla Russia di sostenere i ribelli e di non aver mai fatto una distinzione netta tra quelli considerati “moderati” e gli islamisti del Jabath al Sham (Fronte della conquista, noto come Fronte al Nusra prima della sua annunciata scissione da al Qaeda). Con l’elezione del magnate “isolazionista” Donald Trump alla presidenza Usa, Washington potrebbe lasciare ancora più spazio a Mosca in Siria e perfino smettere di fornire armi ai gruppi ribelli che da anni combattono contro le forze governative in diverse parti del territorio siriano, divisi in diverse fazioni più o meno “moderate”.
Un’ipotesi di questo genere non sarebbe gradita a paesi come il Qatar, che finora hanno sostenuto, finanziariamente e non solo, i miliziani impegnati contro le truppe di Assad. Doha potrebbe quindi anche rafforzare il suo programma di aiuti per contrastare l’azione russa, ma sembra che ormai, per lo meno ad Aleppo, la guerra stia per concludersi a favore di Assad, di Mosca e dei loro alleati sciiti iraniani.
Ma cosa resta della seconda più importante città della Siria, dopo quasi sei anni di bombardamenti e un lungo periodo di assedio nei quartieri orientali in precedenza occupati dall’opposizione? Le foto mostrano un cumulo di macerie sulle quali si aggirano uomini, donne e bambini costretti a lasciare le proprie case distrutte e a fuggire. Circa 200.000 civili di Aleppo est, tra cui molti bambini, non possono ricevere cibo e medicine secondo quanto denunciano le Ong impegnate a fornire assistenza ai civili nella città.
Nonostante le brevi tregue, infatti, la parte orientale di Aleppo è sottoposta a colpi di artiglieria quasi quotidiani da parte delle forze del regime, mentre in quella occidentale sono frequenti gli attacchi dei ribelli dell’opposizione. Le vere vittime della guerra sono ovviamente i civili e tra i bersagli dei raid e dell’artiglieria incrociata delle parti in conflitto non mancano ospedali e scuole. Anzi questi edifici sembrano essere l’obiettivo degli attacchi così da spingere la popolazione alla fuga.
Aleppo finirà per cadere, scrive il giornalista libanese Anthony Samrani sul quotidiano “L’Orient-Le Jour”, e presto Bashar al Assad avrà come unica opposizione, a parte i curdi (nel nord del paese), gruppi jihadisti con cui è impossibile negoziare. “In mancanza di un’alternativa credibile, si affretterà a sedere al tavolo delle trattative per imporre la sua riabilitazione. Ma non sarà una vittoria totale. La riconquista del territorio e l’isolamento dei ribelli nascondono una realtà diversa: è il caos attuale che permette ad Assad, più che mai dipendente dai russi e dagli iraniani, di restare attaccato a un’illusione di potere. E finché ci resterà, il caos non cesserà”.
G.L. -ilmegafono.org
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