“Tu non sei il tuo lavoro”: con queste parole, tratte dallo stupendo film “Fight Club” di David Fincher, gli Effemme, il gruppo che vi presentiamo oggi, segnano il territorio sputandoci in faccia e dicendoci che non siamo altro che la “canticchiante e danzante merda del mondo”. Il loro concept album, “Oggi mi voglio bene”, è plasmato da un credo indispensabile, dall’avversione (dominante in ogni brano) ai qualunquismi, ai cinismi, all’indifferenza, alla nocività di una società consumistica che ogni giorno aliena e divora l’essere umano.
In questo disco, la rabbia sale e (come in “Buonanotte”) ci liquida da tutti i perbenismi e le etichette. Gli Effemme si ribellano e non ci stanno ad essere servi di un sistema inutile. Le fiamme della loro ribellione esplodono in un incendio che invade Roma, per un abbraccio che è al tempo stesso soluzione e condanna (come in Solo cenere).
In Vi faccio parlare, nonostante il disprezzo, c’è la convinzione che il dialogo resti comunque l’unica strada, ma poi ci si chiede se sarà ancora possibile percorrerla quella strada, “tra tutto questo vuoto mentale” e l’insoddisfazione che si fa musica, con la rabbia che urla attraverso un assolo bellissimo e indomabile. Dall’altra parte si allontana dalle tracce precedenti ed assume uno stile più country, dando al brano una vena di poesia e di inattesa delicatezza che, senza rabbia, convince e stupisce. E piace. Sembra il registro giusto per svecchiare un rock, a volte forse troppo sentito.
Marla è un lentissimo e sensuale ballo d’addio, mentre Insomnia è un pugno allo stomaco, soprattutto dal punto di vista musicale, e la sua perfetta sfumatura quasi metal riapre attese e aspettative per un gruppo nuovo e musicalmente capace che, però, può e deve ancora sperimentare e trovare un proprio stile preciso, facendo tesoro degli spunti interessanti che sicuramente non mancano in questo primo lavoro.
Questo album è sincero, schietto, rabbioso e privo di frivolezze e orpelli, l’unica veste che indossa è un rock vigoroso e impetuoso con il quale ci esorta e quasi costringe a riflettere e a combattere i nostri nemici più difficili: noi stessi. Da segnalare, infine, una curiosità: la cover del disco, disegnata dal fumettista de “Il Manifesto”, Mauro Biani.
Per ascoltare il brano Buonanotte, clicca qui.
FrankaZappa -ilmegafono.org
Commenti recenti