Il fatto è molto semplice e non viene smentito dall’interessato. Il presidente in carica della Regione Campania, governatore De Luca, ha dichiarato, in un fuori onda, a un giornalista di Mediaset, riferendosi a Rosy Bindi, presidente della Commissione antimafia della Camera dei Deputati, che “è un’infame, da uccidere”. “Quello che fece la Bindi – ha detto – è stata una cosa infame, da ucciderla. Ci abbiamo rimesso l’1,5%, il 2% di voti. Atti di delinquenza politica”.
Va detto che il presidente della Regione spesso non ha brillato per umiltà: indimenticabili le dichiarazioni con cui apostrofava i suoi avversari come “personaggetti”. Quando gli è stato chiesto di dare conto delle proprie dichiarazioni ha spiegato che si è trattato di un fuori onda.
Un fuori onda. L’abbiamo scritto spesso: le parole sono importanti. E hanno un peso. Ma nell’era della memoria ridotta al secondo, del mondo in cui tutti sparano balle, è forse normale lasciar passare una sorta di minaccia tra due politici? Due politici non qualunque, ma il governatore di una regione cruciale nello scacchiere italiano e una esponente di spicco del principale partito rappresentato in parlamento nonché presidente della Commissione antimafia alla Camera.
Indipendentemente dalla veridicità delle accuse che furono mosse a De Luca prima delle elezioni per scegliere il governatore della Campania, non ci si può permettere di continuare ad alzare i toni e usare l’arroganza. Soprattutto se si è politici navigati, eletti a furor di popolo, responsabili anche dei toni e dei termini che vengono utilizzati.
Una volta di più non è questione di semplice pulizia e correttezza nei rapporti politici, ma un discorso più profondo che concerne la tenuta della società civile. In un momento di crisi, di tensione, di polemiche accese, le dichiarazioni improprie ed arroganti sono davvero fuori luogo, forse il simbolo ultimo di chi pensa che il proprio onore si debba difendere a urla sui giornali e non con i fatti.
Ed è anche un boomerang di cui lo stesso Pd non aveva bisogno, in un momento delicato nel quale si gioca sicuramente tanto sul prossimo referendum. È tutto molto avvilente, soprattutto per un candidato che sa accendere il cuore dei propri elettori e che a Salerno in passato ha ricevuto notevole consenso.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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