Gli uomini della Squadra Mobile di Reggio Calabria, la settimana scorsa, hanno inflitto un duro colpo alla cosca mafiosa dei De Stefano. Ben 19 uomini sono stati arrestati con le accuse di associazione mafiosa, estorsione, detenzione di materiale esplosivo e intestazione fittizia di beni. Un’operazione, questa, che ha minato pesantemente la forza e la potenza di uno dei clan più importanti della città dello Stretto e che permette di far intravvedere un barlume di luce in fondo a un tunnel che sembra ormai senza fine.
Tra gli arrestati dalla polizia, i nomi più importanti non possono che essere quelli di Giorgio e Dimitri De Stefano, entrambi esponenti di spicco della pericolosa ‘ndrina. Il primo, avvocato molto conosciuto negli ambienti di mafia, oltre ad aver militato in politica tra le file della Dc reggina, avrebbe svolto il ruolo di difensore della cosca mafiosa e, sempre secondo gli inquirenti, si sarebbe anche occupato degli affari finanziari della stessa. Insomma, si tratta di una figura importantissima, un esponente di alto livello e il suo arresto è una meravigliosa notizia, soprattutto perché, adesso, il clan rimane privo di un uomo tanto importante.
Il secondo nome, come detto, è quello di Dimitri De Stefano, da sempre oscurato dalla potenza e dalla fama criminale dei fratelli Carmine e Giuseppe (storici boss dell’omonima ‘ndrina). Nonostante ciò, il ruolo svolto da quest’ultimo non è affatto di secondo piano.
A causa degli arresti dei due fratelli appena citati (tra le altre cose, il primo è tornato in carcere soltanto qualche settimana fa), sarebbe stato proprio Dimitri a prendere le redini dell’organizzazione criminale, a dimostrazione di come la mafia sia in grado di risanare qualsiasi tipo di falla al proprio interno con un velocità e una rapidità preoccupanti. A tal proposito, il procuratore della Dda di Reggio Calabria, Federico Cafiero de Raho, ha confermato che lo stesso Dimitri “si è dovuto muovere come rappresentante della famiglia”.
L’inchiesta che ha portato a questa maxi operazione prende il nome di “Sistema Criminale” ed è stata realizzata dai pm Roberto di Palma e Rosario Ferracane. In effetti, il nome delinea con precisione accurata la realtà di un sistema che ha stravolto (e, purtroppo, continua a farlo) la città di Reggio Calabria. A seguito di una bomba esplosa nei pressi di un bar nel centro cittadino (il tutto è avvenuto nel 2014), gli inquirenti hanno deciso di vederci chiaro, realizzando così una serie di intercettazioni, pedinamenti e ricerche in tutto il territorio reggino.
Lo scenario che ne è uscito fuori non mostra soltanto il ruolo e l’importanza dei nomi di cui si è appena parlato, ma va ben oltre: a Reggio Calabria, infatti, il 100% delle attività commerciali pare debba, in maniera totale e assoluta, rivolgersi ad esponenti della criminalità organizzata per vivere e sopravvivere (sia che si tratti di attività emergenti o ben affermate). Una realtà angosciante, questa, che non fa altro che confermare quanto la strada sia ancora lunga e quanto l’azione dello Stato sia importante e doverosa al fine di liberare un’intera comunità da un male che l’affligge da ormai troppo tempo.
Giovambattista Dato -ilmegafono.org
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