Esplodono bombe in Turchia contro i convogli militari. È terrorismo, e sono subito accuse al PKK. Il famoso partito dei lavoratori curdo, i cui bracci armati sono l’unica forza di terra (insieme all’YPG, altra forza curda legata al PKK) che combatte l’Is nel nord della Siria e in Iraq. In realtà, più che combattere lo sta proprio sconfiggendo. Sì, perché mentre Putin tiene a bada i ribelli anti Assad, gli uomini del califfo si ritirano dalla fascia di confine fra Turchia e Siria. In tutto questo Erdogan chiede di poter intervenire con forze di terra. In fondo non sta più nella pelle. Nella eterna guerra contro i curdi rischia di perdere il controllo del Paese se non interviene e risolve, a modo suo, la situazione. Le dichiarazioni del governo turco sono chiare. Richiamare subito l’attenzione sui curdi, creare tensione anche all’interno del Paese per legittimare l’avanzata.

I curdi, dal canto loro, hanno due problemi ontologici per la posizione che ricoprono nello scacchiere saltato del Medio Oriente. Sono musulmani e propugnano una società migliore, di parità tra uomini e donne, democratica. Insomma, quello che ad oggi la Turchia non è, il Kurdistan, e il Rojava, vorrebbero crearlo. Vivono, infatti, una vita separata. Per l’Occidente sono quei simpatici ragazzi che muoiono in nome di altrettanto simpatici ideali. In realtà, l’immagine più affascinante, nella sua ingenuità e umanità, ce l’ha data Zerocalcare quando è stato, due volte, al confine tra Siria e Turchia. Lo ha fatto con i suoi disegni e i suoi fumetti che, oltre a essere toccanti, sanno raccontare le persone. Ma questa è  una faccenda grande che va vista senza troppo idealismo.

Purtroppo, nonostante le vittorie sul campo, i curdi paiono in pericolo più di prima. Stretti, come sono, a metà, a fare cuscinetto tra due Stati che scalpitano. Se la Turchia invade, infatti, la Siria, si trova davanti e contro la Russia di Putin e l’esercito di Assad.

Una situazione ben poco gradevole in cui trovarsi, per tutto il mondo. Se l’Europa fosse meno miope e gli Stati Uniti più intelligenti, capirebbero che far vincere Assad perché poi si ritiri sia il modo migliore di uscire da uno stallo pericoloso. E capirebbero anche che una nazione curda, con cui dialogare, moderata nelle posizioni religiose, potrebbe essere una pedina di stabilità nel Medio Oriente. Le situazioni di tensione e di ingovernabilità sono quelle in cui profoliferano gli uomini di Daesh. Cercare lo scontro con la Russia per sostenere un personaggio come Erdogan pare un po’ eccessivo.

Il sogno curdo sembra destinato a infrangersi quindi contro l’alleanza Turco-Tedesca-Americana. Un’alleanza che vede lo stato di Erdogan come baluardo contro l’immigrazione e contro le ingerenze Russe nel mondo. Il grande Orso si è risvegliato, l’Aquila lo attende e in mezzo le donne e gli uomini che forse ci hanno salvato la vita e continuano a sperare. E a morire.

Penna Bianca -ilmegafono.org