I Del Negro sono un trio di rock strumentale nato nel profondo sud della Calabria, sul finire del 2013. Il gruppo è composto da Luigi Malara (chitarra), Pasquale Pirrotta (basso) e Giuseppe Cosentino (batteria). A marzo del 2014, hanno cominciato a lavorare al loro primo album, intitolato semplicemente “Del Negro”, che vedrà la luce il 25 aprile dello stesso anno. Contemporaneamente iniziano i primi live. Durante l’estate 2014, il trio si esibisce nella rassegna Islands, aprendo per gli australiani Civil Civic. A settembre, il disco entra nel catalogo della distro/label ferrarese, (R)esisto Distribuzione.
Otto tracce per un viaggio, tutto rock, fuori e dentro il nostro corpo. Le influenze sono varie e disparate e convergono in composizioni semplici e dirette, fatte di riff scarni e rumorosi, con una ritmica potente e improvvise aperture melodiche e dilatate. Gli album strumentali hanno il pregio di non poter essere canticchiati ma portano a spasso i pensieri, e la musica di botto diventa vitale come aria.
Una musica da digerire, ingoiare avidamente per far sì che vada a spasso nel nostro corpo, scorrendo impetuosa e vitale, talvolta attaccata a una proteina che ci tinge di rosso (Emoglobina), talvolta con più cattiveria a sbattere forte in testa, senza darci riposo (Emicrania), altre volte ancora a imbrogliare il cuore e i suoi battiti, con una dolce melodia alternata a un basso potente e velenoso (Aritmia).
Il viaggio è avventuroso e valido anche senza parole, non servono, e talvolta sono molto più efficaci uno stridere di flauto, una chitarra e un basso, affinché questo viaggio dal corpo esca fuori, senza vergogna, sotto forma di Catarro.
Al termine resterà l’orsa minore (Ursa Minor) a spiarci, nel suo cielo fisso, con un brano calmo e paziente, che pare immobile, ma ha una melodia che gira continuamente risultando sempre nuova. Inutile sguainarle contro una Katana per darci un tono, per risultare spaventosi: come sottolineato dalle note di questa traccia, restiamo semplici e piccoli, stridenti e affannati, umani, incazzati e in continua rivoluzione, non troppo diversi da Piranha affamati in attesa del prossimo pasto, del prossimo giro di basso, del prossimo viaggio. Pensiamo valga la pena riempirsi la giornata con questo album. Buona musica, senza giri di parole.
FrankaZappa –ilmegafono.org
Commenti recenti