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Questo qui sotto è il testamento di un grande uomo che non ha mai superato un dolore immenso, non solo per se stesso ma per l’intera storia dell’umanità.
Se questo è un uomo
Voi che vivete sicuri
nelle vostre tiepide case,
voi che trovate tornando a sera
il cibo caldo e visi amici:
Considerate se questo è un uomo
che lavora nel fango
che non conosce pace
che lotta per mezzo pane
che muore per un si o per un no.
Considerate se questa è una donna,
senza capelli e senza nome
senza più forza di ricordare
vuoti gli occhi e freddo il grembo
come una rana d’inverno.
Meditate che questo è stato:
vi comando queste parole.
Scolpitele nel vostro cuore
stando in casa andando per via,
coricandovi, alzandovi.
Ripetetele ai vostri figli.
O vi si sfaccia la casa,
la malattia vi impedisca,
i vostri nati torcano il viso da voi.
Primo Levi
Nessuno può permettersi di fare rivisitazioni di questa tragedia, tanto meno per squallidi fini elettorali e per ricamarci sopra le solite accuse volgari e populiste. Grillo ha superato il limite, fino alla prossima, quando si spingerà ancora oltre. Inutile pure che accusi gli altri di aver travisato il suo post, il gioco ormai è chiaro: spera che tutti vadano a leggerlo, facciano tanti click e ingrassino lui e Casaleggio con gli introiti derivanti dalla pubblicità.
Uno squallore infinito, come il suo linguaggio, la sua maleducazione. Questa è un’epoca buia, tra venditori di fumo con la smania della rottamazione ed ex comici in crisi di nervi con la smania della distruzione.
Nessuno che voglia costruire questo Paese in macerie. Partendo dal rispetto della memoria e della storia.
Solo in momenti bui quando le speranze tradite diventano rabbiosa impotenza i conati di scellerati imbonitori offuscano le menti di chi preferisce lasciarsi trascinare dal gorgo distruttivo dell’invettiva. I bisogni, anche i più urgenti, divelti dalla ragione e dalla realtà, diventano scomposti rigurgiti di odio cieco e devastante. Grillo, agitatore forsennato del nulla, è solo il fomentatore cinico di pulsioni irrazionali, che non esitano a calpestare anche i principi più nobili e le vicende più tragiche della storia dell’umanità. Troppi senza memoria dimenticano che questo è lo stesso percorso compiuto in tanti momenti della storia del secolo scorso da gruppi di sbandati o da squadracce il cui scopo era l’annientamento di ogni forma.di dialogo e la sopraffazione di ogni differenza di opinioni. Anche lo slogan elettorale per le elezioni europee “vinciamo noi” riecheggia il sinistro slogan di un tragico passato. E’ ora di uscire dall’inerzia e di difendere i veri valori della democrazia.