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Provate a immaginare un mare Adriatico segnato da continue attività di contrabbando, magari legate al traffico di armi e droga con i Balcani. Barche, pescherecci riempiti di pesce ingozzato di coca o pieni di barili dentro cui riposano armi pronte a finire nelle mani sbagliate. Provate a immaginare che, a un certo punto, i contrabbandieri, per nervosismo o come diversivo, comincino ad attaccare le navi di passaggio e a creare terrore in quel tratto di mare.

Andando avanti con la fantasia, supponete che venga drammaticamente assaltata una nave straniera, facciamo che sia indiana, tanto per dirne una, e che gli indiani da quel momento decidano di scortare le proprie navi su quel tratto.

Adesso, immaginate un bel giorno nel quale due soldati della marina militare indiana vedono un peschereccio avvicinarsi e lo scambiano per un’imbarcazione nemica. Sparano. Colpiscono e uccidono due uomini. Ottimo lavoro. La nave è salva. Peccato che apprenderanno che quella barca colpita era un semplice peschereccio e che quei due uomini erano due innocenti pescatori italiani, in mare per lavorare e mangiare.

Per concludere, immaginate come reagirebbe un ministro italiano alla notizia, con quanta veemenza chiederebbe di poter giudicare e punire i due assassini. Con quanta indignazione reagirebbe alla pretesa del governo indiano di volere i due militari in patria per poterli giudicare secondo le proprie leggi. E con quanto orrore reagirebbe il ministro, ma anche tutta la cittadinanza (pensate a quante sfilate leghiste contro l’India e  la sua gente), davanti alle immagini dei due militari in permesso ricevuti dal capo dello Stato indiano, con tanto di stretta di mano e cerimonia di accoglienza.

Avete immaginato tutto? Bene, adesso capovolgete la situazione, ossia mettete gli italiani al posto degli indiani e poi cambiate qualche dettaglio, trasformando i contrabbandieri in pirati. 

Fantasia? No, questa volta è realtà. I due italiani sono dei Marò, l’Italia li difende e vuole riportarli a casa. Il presidente della Repubblica, alcuni mesi fa li accolse e strinse loro la mano. Ora rischiano una condanna a 10 anni in India. Con l’applicazione della legge sul terrorismo, evitando così l’assurdità della pena di morte.

Il ministro Bonino, quella pacifista, quella dei diritti umani, radicale da sempre, si infuria. Protesta, Si indigna. Promette che riporterà a casa i “nostri fucilieri” della Marina. Assassini? E perché mai? Hanno ucciso due pescatori indiani. Cosa vogliate che valga la loro vita? Mica sono italiani.

I nostri invece riportiamoli a casa, diamogli una bella stretta di mano. Tutti insieme. Sorridenti e fieri.

Dai, nella vita si può sbagliare, perché mai pagare? D’altra parte, questo è il Paese dell’impunità, delle pene ridotte per i peggiori delitti, delle prescrizioni, delle scadenze dei termini e delle protezioni politiche.

Questo è il Paese nel quale non si può nemmeno pensare che due assassini possano scontare una pena.

Questa è l’Italia. Almeno secondo Emma Bonino.