Tutte le opere di street-art sono state concepite col rischio di essere cancellate, coperte, distrutte o sbiadite dagli agenti atmosferici, e in questo rischio risiede quello che possiamo definire il loro status di “arte effimera”, destinata a scomparire del tutto se non documentata, fotografata, descritta.

E quando un gruppo di artisti si dedica alla decorazione di un immobile destinato alla distruzione, le cose si complicano ancor di più per i semplici fruitori d’arte. Ma in una città come Parigi il pubblico ha sempre il primo posto e, anche quando si tratta di street-art, la comunità è invitata a condividere e fruire di questa forma d’arte, di comunicazione spontanea, che emerge tra le mura di edifici vetusti.

Quest’estate, a partire dal tramonto, strani operai si mettevano a lavoro su ponteggi improvvisati per rifare la facciata di un vecchio edificio del XIII arrondissement di Parigi, sul quai d’Austerlitz, non lontano dalla Cité de la Mode. Questo edificio degli anni ’50, a nove piani, costituito da 36 appartamenti, è stato preso d’assalto da artisti francesi e da altri provenienti da Arabia Saudita, Israele e Stati Uniti.

Il palazzo, al cui interno sono state realizzate opere uniche in ogni appartamento, sarà aperto al pubblico durante il solo mese d’ottobre e verrà distrutto agli inizi del 2014. Per documentare questo evento, raro a Parigi e più comune in città come Berlino o New York, verrà realizzato un documentario che verrà diffuso l’anno prossimo sul canale francese France Ô. 

Approfittatene  e non perdete l’occasione di conoscere le frontiere dell’arte dei nostri giorni.

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Angelo De Grande -ilmegafono.org

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