È appena terminata la retrospettiva al Palazzo Reale di Milano su Giovanni Segantini, curata da Annie-Paule Quinsac, la migliore specialista del pittore. Questa mostra ha offerto un quadro completo dell’opera di questo grande artista, con più di 120 quadri esposti. Considerato uno dei pittori più apprezzati della seconda metà del XIX secolo, egli è da mettere allo stesso livello di Van Gogh, Manet o Degas. Il percorso della mostra iniziava con le opere di gioventù ancora lontane dal “divisionismo” di cui diventerà il massimo esponente assieme a Pellizza da Volpedo.

Una delle sue prime produzioni, “Il coro della chiesa di S. Antonio a Milano”, sembra quasi una fotografia, così come i suoi paesaggi di Venezia sotto la neve rivelano un grande equilibrio compositivo sin dagli esordi. Ispirandosi alla pittura antica, realizza “L’eroe morto”, una bellissima prospettiva ripresa dal Cristo morto del Mantegna. Quest’opera è in realtà un autoritratto, tristemente premonitore vista la morte precoce che lo colpì.

La mostra si svolgeva seguendo un percorso tematico e prevedeva, dopo gli autoritratti, le nature morte, come quella de “L’oca bianca” o la “Natura morta con uova e volatili”, in cui l’artista gioca sulla differente resa materica delle piume e delle lisce uova. Scene rurali e paesaggi monumentali accompagnavano il visitatore nell’esposizione. L’Italia del lavoro nei campi veniva descritta minuziosamente dal suo pennello. Ma egli realizzò anche paesaggi metaforici e che ricordano l’arte simbolista, come sono “La Vita”, “La Natura” e “La Morte” (conservati al Museo Segantini di Saint-Moritz), due dei quali, rimasti incompleti alla morte dell’artista, erano evocati attraverso dei disegni preparatori.

Speravamo che la chiusura dell’esposizione fosse rimandata per dare la possibilità a qualche visitatore in più di fruire di una mostra che cercava di rendere all’Italia il suo eroe del XIX secolo, come è considerato Van Gogh per l’Olanda o Manet per la Francia, una mostra che ogni italiano avrebbe dovuto visitare per sostenere la propria cultura e rinforzarne le radici. Un’iniziativa che ha avuto successo visto che ha registrato ben 200.000 visitatori, ma che avrebbe potuto farne molti di più.

http://www.mostrasegantini.it/

Angelo De Grande -ilmegafono.org