La conclamata uscita dell’Italia dall’Euro è l’emblema del modo nostrano di affrontare i problemi: attribuire la colpa ad altri. Perché finché tutto andava, per così dire, bene, non c’erano problemi. Sì, il ritornello “mille lire=un euro” l’abbiamo sentito e detto tutti nei consessi in fila a un qualunque sportello. Adesso sarebbe come smettere di giocare a nascondino al terzo turno, dopo che siamo stati visti per primi. Il bambino allora se ne va in disparte, tra gli scherni degli altri, si siede nel cantuccio triste e rammaricato mentre gli altri continuano a giocare.
La metafora purtroppo non è completa. Continuando con la nostra storia, il nostro bambino, il popolo italiano, nel tragitto fino al cantuccio si buscherebbe anche delle botte dai bulli del quartiere. Perché? Bastano i rudimenti di economia del nostro simpatico edicolante per rendersene conto. Se vi sentite scettici basta leggere qui oppure qui. Immaginate cosa succederebbe. Una bella svalutazione della lira, che con una crisi di fiducia del genere è probabile, con conseguenti effetti catastrofici sul debito e sul pagamento di interessi e una possibile fuga dai nostri titoli di Stato (offerta su-domanda in ribasso-prezzi in crollo-tassi alle stelle).
E se pensate agli scambi commerciali? Quanto ci costerebbe acquistare l’energia elettrica francese dovendo cambiare lira contro euro? E il gas russo? Il tutto senza considerare le implicazioni normative e l’impatto sugli altri Paesi di un colosso (siamo nel G8, “valiamo” molto in ogni caso) come l’Italia. Se questa è crisi, il termine catastrofe non basterebbe a descrivere quello che succederebbe. E allora? E allora occorre essere critici sì, ma occorre anche imparare a risolverli i problemi.
Il colpo di spugna è un bel colpo di teatro, di quelli adatti a strappare l’applauso. Chiunque sa che le soluzioni vengono a sangue freddo, mai quando si è surriscaldati. È facilissimo e molto comodo gioire se tutto va bene e lamentarsi se tutto va male. Ed è ancor più facile proporre soluzioni a buon mercato a persone esasperate; se poi a farlo sono dei ciarlatani allora la frittata è fatta.
Eppure le soluzioni ci sarebbero anche con l’Euro. Ai curiosi e a coloro che preferiscono la critica seria all’urlo in piazza, consigliamo vivamente un libro agile: “Eutopia” di John Maynard Keynes, tradotto e a cura di Luca Fantacci (et altri ed.). Oppure basta prendere spunto e analizzare iniziative come le monete complementari, in particolare www.sardex.net. Ragionare e mantenere la calma, perché un passo falso sul baratro significa morte.
Penna Bianca –ilmegafono.org
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