Brucia Città della Scienza. Brucia la cultura. Brucia Napoli. Il rogo che ha distrutto il polo scientifico sito nel quartiere di Bagnoli, a Napoli, nei giorni scorsi, è la sintesi di quanto i napoletani siano poco entusiasti delle bellezze che li circondano. La sintesi di quanto noi napoletani non riusciamo a tenerci strette le cose buone che la città ci offre. Mettendo da parte le innumerevoli bellezze naturali, archeologiche e architettoniche, che ugualmente riusciamo a vilipendere, sono le buone idee venute negli ultimi decenni a quei pochi amministratori lungimiranti e sani di mente che proprio non vogliamo tenere in piedi. E tra queste non si può non annoverare Città della Scienza. Un polo scientifico museale invidiato a destra e a manca. E forse, proprio per questa, ragione fastidioso per molti.
Che Città della Scienza fosse in perdita, e non da giorni, era risaputo. Che le difficoltà in cui operavano i dipendenti fossero elevate era altrettanto evidente. Che però il polo fosse inutile come ha osato scrivere qualcuno è un attacco che non ha senso. Tale Camillo Langone ha scritto sulle colonne del nordista giornale Il Foglio che Città della Scienza andava bruciata prima. Per quanto qualcuno ha subito voluto stigmatizzare le sue parole definendole una provocazione, in quell’articolo di qualche giorno fa c’è il reale punto di vista di colui che lo ha firmato. Non alla sua prima versione da antinapoletano. Non so che cosa e quanto c’entri Roberto Saviano, che Langone tira in ballo a sproposito, con Città della Scienza. Credo nulla.
Tornando all’enorme deficit che il contenitore si portava dietro da tempo. Di certo non può essere una scusa. Sarebbe troppo facile addebitargli la colpa. Creditori esasperati. Dipendenti insoddisfatti. Realtà sì, ma che non portano da nessuna parte. Non credo che un creditore possa arrivare ad un livello tale di scelleratezza. La certezza unica è che questa azione non ha giustificazione alcuna. Sul fatto in sé gli inquirenti indagano ancora. Le piste aperte sono varie. La definizione delle colpe e della cause ultime non giungerà a brevissimo.
È forte però la pista che chiama in ballo qualcuno dall’interno. Non necessariamente come mente, ma come basista. Un contributo decisivo al fine di mettere a punto questa assurda macchina che ha portato ad uccidere una realtà che, nonostante diversi punti bui, era un fiore all’occhiello per la città di Napoli. Non credo la camorra potesse avere qualche interesse in tal senso. La politica sì. Una parte di politica sì. Anche se oggi tutta piange le macerie. Dall’estrema destra all’estrema sinistra. In questo caso, difficilmente i colpevoli pagheranno. E nel caso lo facessero sarà difficile accada nel breve termine.
Le campagne di solidarietà e per la ricostruzione immediata sono partite, ma l’esito positivo non si riesce a vedere neanche in qualche cannocchiale che forse si è salvato dall’incendio di Città della Scienza.
Ciro Oliviero -ilmegafono.org
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