Nell’era della musica pop può essere fruttuoso riesumare il vecchio e buon rock ‘n roll? E soprattutto, potrà mai il genere rock coinvolgere i ragazzi della nostra società? In base a quello che ascoltiamo quotidianamente la risposta può sembrare ovvia, visto che i personaggi di spicco della musica italiana si dilettano con composizioni in pieno stile pop, ma recentemente abbiamo avuto prova del contrario, finalmente. A stravolgere la solita monotonia musicale arriva il nuovo album dei Litfiba, storica rock band italiana formatasi nell’ormai lontano 1980; nessuno più di loro ha contribuito ad espandere e far apprezzare la musica rock in Italia.
L’ultimo lavoro “Grande Nazione”, il loro tredicesimo album da studio, è uscito in tutti i negozi di musica il 17 gennaio scorso e celebra definitivamente il ritorno nel gruppo, ufficializzato nel 2010, del cantante e leader storico Piero Pelù. Fin dal primo ascolto della tracklist, composta da 11 pezzi, si può notare come lo stile del gruppo sia rimasto intatto, nonostante i tempi che corrono sotto l’aspetto musicale: ognuna di queste canzoni presenta chiari riferimenti, spesso predominanti, al genere rock, un rock poco influenzato dai relativi sottogeneri creatisi nell’ultimo decennio.
Ce ne avevano già dato prova i due singoli estratti precedentemente all’uscita del nuovo album: Lo squalo, uscito lo scorso novembre, e Grande nazione, che ha anticipato di qualche giorno l’uscita dell’omonimo album. Proprio quest’ultima, nonostante i cori iniziali che hanno fatto sobbalzare per qualche secondo i numerosi fans della band fiorentina, rappresenta davvero un gran pezzo di musica rock e, in secondo luogo, come si evince dal testo, una provocazione sulla situazione della nostra società e sulle sue malsane consuetudini.
L’unico limite che ci sentiamo di segnalare di tale lavoro è proprio questo vincolo che ogni canzone della tracklist ha col rock anni ‘80; insomma, durante l’intero ascolto ci si sarebbe attesi anche qualcosa di più soft, giusto per mollare le basse frequenze e rilassare la mente. Ma questa osservazione può passare decisamente in secondo piano, soprattutto se l’ascoltatore predilige il suddetto genere. “Grande Nazione” segna senza ombra di dubbio una grande uscita discografica, di alta qualità musicale, con le potenzialità di spezzare le barriere e i limiti della musica in Italia, per fare apprezzare quel genere troppo spesso trascurato quale è il rock.
Manuele Foti – ilmegafono.org
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