Il convento di San Placido Calonerò si trovava a sud di Messina a pochi chilometri da Ponte Schiavo. Fu fondato nel 1363 dai benedettini sull’impianto dell’antico castello del conte Andrea Vinciguerra, che ai religiosi aveva donato il feudo di San Domenico. Urbano VI lo elevò ad Abbazia il 5 luglio del 1368. Nel 1394 furono realizzati numerosi locali e pregevoli opere, ma l’aspetto attuale, Rinascimentale, lo dobbiamo ad opere realizzate alla fine del XVI secolo.

Nel 1535 Carlo V tornato da Tunisi, dove si era recato per mettere un freno agli attacchi dei pirati ottomani, si fermò nel Convento di San Placido Calonerò, dove ebbe una degna accoglienza. Dal 1589 al 1597 furono realizzati i due splendidi chiostri rinascimentali. Al centro di questi chiostri si trovano una fontana ed un’edicola ottagonale, un tempietto, forse il primo di questo genere in Sicilia.

Questo tempietto ottagono di ordine ionico si trova al centro di un chiostro, anch’esso ionico, ricordando il celebre antecedente di San Pietro in Montorio, a Roma (dorico perché dedicato ad un uomo), anch’esso inserito in un chiostro, e si lega ad una lunga sperimentazione, più che secolare, sul tempio a pianta centrale che, dalla metà del XV secolo, affascina gli architetti che indagano l’architettura classica alla scoperta delle radici dell’architettura religiosa.

Quest’ultimo riferimento colto, e i portali “vitruviani” rastremati, ci fanno pensare ad una possibile influenza del trattato d’architettura di Sebastiano Serlio, molto diffuso in Sicilia in questo periodo. In un secondo momento l’abate Sturniolo, per ricordare la visita di Carlo V “fece ornare l’architrave del nuovo refettorio con il busto dell’imperatore “.

Nel 1673 l’Abbazia fu portata a Messina nel nuovo convento della Maddalena e quella di San Placido venne utilizzata soltanto d’estate. Dopo l’Unità d’Italia San Placido Calonerò fu incamerato dal Demanio dello Stato e successivamente fu acquistato dall’Amministrazione Provinciale di Messina per denaturarlo e trasformarlo in Scuola Agraria.

Oggi il complesso è stato messo in sicurezza, sono stati eseguiti lavori di consolidamento e riqualificazione di alcune parti della struttura e dei due chiostri, e la struttura è fruibile. Da qualche tempo si può anche sorseggiare del vino sotto le volte di questo antico stralcio di storia grazie alla recente inaugurazione di un’enoteca. Per approfondire la storia di questo inedito complesso consigliamo il testo curato dal professor Cacciola “San Placido Calonerò”, dal quale abbiamo attinto per sviluppare questo piccolo articolo informativo.

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Angelo De Grande -ilmegafono.org