Dalla prima schitarrata che apre Studentessa a ripetizione gli Hellekin Mascara ci hanno già mandato un messaggio ben chiaro: sono diversi. Punto primo non cantano. Addio sogni radiofonici, canzoni cantate in macchina, testi da leggere. Gli Hellekin Mascara suonano. E basta. E vi sembra poco? Per niente, perché il sound rock che ne esce è veramente di qualità. Chitarra elettrica e batteria si rincorrono nella stanza dove lo ascoltate o da sotto il palco e la prima cosa che viene in mente è saltare. In fondo lo dicono subito sul loro profilo di facebook. “C’è chi canta e chi porta la croce e noi purtroppo non cantiamo”.
Detto in altri termini si deve ascoltarli. E la prima traccia è come un assaggio di amatriciana fatta bene: c’è il piccante, c’è la chitarra indiavolata, la batteria e il basso che non fa da sottofondo come ormai in tante canzoni pop. E poi c’è quel sapore rosso del pomodoro che sa di incazzatura e di passione. Giovanni Pizzochero (chitarra), Vincenzo Alghisio (basso), Stefano Cattaneo (batteria) vengono dai dintorni di Milano e lo si sa che questa città maledetta del Nord porta anche con sé una grande ispirazione. Che l’abbiano tratta dalle nebbie, dalla pianura, dai casermoni, non importa.
Viene voglia di scatenarsi e basta, quando entra la seconda traccia: Scartabellati. Un sano punk da “pogo” che risveglia. Ma non pensate di trovare nell’album “Wanna Be Dino” solo la base di canzoni pop a cui manchino soltanto le parole. Repentini cambi, stravolgimenti, tengono incollati al play e non ci potete fare veramente nulla. Fantastico l’attacco di Hurricane Mascara, con motivetto di sottofondo ripreso in salse diverse per tutta la traccia, mentre nel frattempo la chitarra elettrica ti schiaffeggia.
Più noise è T-red che fa pensare a Maroccolo che incontra qualche Zeppelin e si divertono a far del gran casino. Fantastico il pezzo di basso. La cover di Black betty inizia con un cantato per poi ricadere nel consueto tormento di chitarre che sballottano il pezzo come in una roulette russa. You’ll never rock’n’roll, infine, mette un bel sigillo sull’album con qualche citazione di prestigio, a voi capire quale… Peccato che per ora siano soltanto 6 tracce. Al prossimo album chiediamo loro anche il perché del loro nome.
Penna Bianca –ilmegafono.org
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