L’ormai diffuso clima natalizio, porta con sé l’ondata di decorazioni, luci, presepi, regali ed ovviamente l’immancabile albero di Natale. La tradizione vuole che sia un abete, meglio se proveniente dalle foreste di conifere del Nord. La maggiore sensibilizzazione al rispetto per l’ambiente, ha tuttavia diffuso tra i consumatori l’usanza di servirsi di alberi “ecologici” da riutilizzare ogni anno. Si tratta appunto di alberi in materiali plastici, perfettamente somiglianti al corrispettivo in tronco e foglie. Ma siamo sicuri che si tratti di alberi realmente ecologici? Una recente indagine della Coldiretti ha messo in evidenza i danni arrecati all’ambiente dai modelli di abete ecologico importati dalla Cina (e qui direi che non c’è nulla da stupirsi): il primo confronto scientifico tra abeti veri e corrispettivi “ecologici” (finti) ha riportato sconcertanti rivelazioni.
Un albero finto prodotto in Cina inquinerebbe quanto un’automobile, molto di più rispetto ad un albero vero di uguali dimensioni prodotto in Italia. Gli alberi cinesi sono infatti prodotti e fabbricati con particolari leghe metalliche e plastiche (come il PVC e il PET, già messi al bando nell’Unione Europea per alcune produzioni) difficili da produrre ma soprattutto da smaltire. Innanzitutto, durante la produzione di ciascun albero vengono liberati nell’aria circa 23 kg di anidride carbonica, a cui si aggiungono poi i gas di scarico emessi dai mezzi di trasporto lungo i 9mila kilometri che ci separano dal gigante asiatico e, per concludere, la difficoltà di degrado dei materiali plastici che richiedono talvolta più di 200 anni per poter essere smaltiti dall’ambiente.
Al contrario di quanto pensassero gli ambientalisti ed ecologisti di tutto il mondo, un albero vero coltivato appositamente per le vendite natalizie, non solo inquina di meno durante il trasporto, ma durante il periodo di crescita all’interno dei vivai (circa 5 o 6 anni), assorbe 47grammi di anidride carbonica, mentre un ettaro di coltivazione produce ossigeno per circa 45 persone. In termini concreti di consumo, dunque, calcolando che in Italia verranno acquistati circa 6milioni di alberi veri coltivati in vivaio, avremo un risparmio di 282 tonnellate di anidride carbonica, mentre il mezzo milione di alberi finti cinesi ne produrrà circa 115mila, pari ad un viaggio in auto di 6 milioni di km.
Senza contare poi che, una volta terminate le feste, gli alberi veri potranno essere comodamente ripiantati nel proprio giardino, oppure, in mancanza di esso, donati a qualsiasi struttura comunale o cittadina che ne consenta il travaso. Anche durante le festività natalizie possiamo dare un contributo all’ambiente, magari controllando l’etichetta di provenienza dei nostri abeti.
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
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