Il pianeta annaspa nella plastica, ma i grandi del mondo sembrano non accorgersene. O meglio, fanno finta di non accorgersene. L’ultimo summit tra 170 paesi per decidere sulla riduzione dell’inquinamento da plastica, tenutosi a Busan, in Corea del Sud, il mese scorso, si è concluso con un nulla di fatto. Nessun trattato, nessun accordo, nessun patto che si muova nella direzione più favorevole alla salvaguardia del pianeta dall’ormai inarrestabile invasione di plastica.
Il summit di Busan era l’ultimo di una serie di incontri tra i Paesi del mondo per raggiungere accordi specifici sulle limitazioni nel consumo della plastica, ma per l’appunto non ha portato ai risultati sperati. Dopo Baku, dunque, anche l’incontro dello scorso dicembre in Corea del Sud ha semplicemente rimandato le decisioni già di per sé urgenti. A sostegno dell’accordo sperato, una dichiarazione firmata da 900 scienziati che tuttavia nulla ha potuto contro le ingerenze delle lobby, che per adesso hanno avuto la meglio.
Sebbene 100 paesi abbiano mostrato volontà di decidere sul tema, le pressioni di grandi potenze petrolifere come la Russia e l’Arabia Saudita hanno fatto naufragare ogni speranza di trattato. Un atteggiamento incomprensibile se pensiamo che le plastiche prodotte raggiungono i 400 milioni di tonnellate ogni anno, una cifra destinata ad aumentare vertiginosamente, a triplicare addirittura, entro il 2050. Solo il 9% di tutta la plastica prodotta e poi consumata viene riciclato, il resto diventa materia da inceneritore e, dunque, altamente inquinante. Una vera tragedia per l’ambiente.
Di fronte a un problema di così grossa portata, è impensabile che alcune tra le grandi potenze ignorino le conseguenze che potrebbero palesarsi e che si stanno già palesando. Le leggi nazionali non sono affatto sufficienti, sono necessari trattati e linee guida internazionali che diano direttive giuste. Greenpeace ha pubblicato, a tal proposito, una petizione per dar voce alle esigenze del pianeta. Per saperne di più e firmare clicca qui.
Virago -ilmegafono.org
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