Nell’era dei “Compro Oro” ad ogni angolo delle strade cittadine, negli anni della crisi economica e del crollo delle borse, i metalli preziosi si fanno largo con discrezione tra i rifiuti elettrici ed elettronici, i cosiddetti Raee (Rifiuti di Apparecchiature Elettroniche ed Elettriche). Microchip, vecchi computer, cellulari e derivati sono delle piccole miniere preziose per l’estrazione di metalli quali piombo, oro, argento e stagno, gettonatissimi sui mercati globali e decisamente costosi. A brevettare l’innovativo processo d’estrazione idrometallurgico è stata l’Enea, l’Agenzia Italiana per le nuove tecnologie, l’energia e lo sviluppo sostenibile.

Una tecnica che consentirà di effettuare l’operazione anche senza supporto industriale. Oltre all’Enea, anche l’Ecodom, Consorzio italiano per il recupero e riciclaggio degli elettrodomestici, fa registrare un’intensa attività estrattiva: tra i materiali recuperati si registra anche la plastica, ottenuta così senza eccessivi dispendi energetici.

Nonostante l’enorme ricchezza accumulata, i metalli ricavati dai Raee sono monopolio dei paesi produttori, prevalentemente asiatici, basti inoltre pensare ai nomi delle maggiori aziende leader nell’Information Technology. Il nostro paese potrebbe sfruttarli a proprio vantaggio, data la scarsità di risorse interne, colmando una lacuna lunga diversi anni e diversi milioni di euro. L’estrazione dei metalli preziosi andrebbe così a risolvere sia il problema relativo allo smaltimento dei Raee, sia l’approvvigionamento stesso di tali metalli.

Il processo idrometallurgico proposto dall’Enea prevede un’estrazione a temperature molto basse con scarse emissioni nell’atmosfera, a differenza del processo pirometallurgico tradizionale, che è altamente inquinante. Ciascun congegno, dopo lo smantellamento manuale e meccanico, subisce un trattamento a base di acidi per poi procedere alla separazione tra solidi e liquidi, ed ecco estratti oro e argento, mentre il rame richiede un ulteriore trattamento in acidi. Il Centro Enea di Casaccia, vicino Roma, è già all’opera con un impianto sperimentale progettato per sviluppare anche tecnologie di diverso tipo, come le lampade al led.

Cresce la produzione di congegni tecnologici e di elettrodomestici e aumenta al contempo la possibilità di ricavare metallo prezioso. Un aspetto del consumismo e del progresso che forse potrebbe essere sfruttato a vantaggio dei processi economici che boccheggiano da troppo tempo. Una boccata d’aria che potrebbe anche garantirci una reale indipendenza delle risorse.

Laura Olivazzi -ilmegafono.org