Molto spesso, nei supermercati italiani ed europei, troviamo bottiglie di plastica con l’indicazione “riciclabile al 100%” o “100% riciclato”, ma la maggior parte delle volte si tratta di dichiarazioni ingannevoli. A sostenerlo è il Beuc, organismo che riunisce le unioni di consumatori dell’Ue, in un’analisi su pratiche commerciali scorrette nel settore della plastica. Il Beuc ha presentato un avviso alla Commissione Ue e alla Rete europea per la tutela dei consumatori, in cui cita tre affermazioni chiave che destano preoccupazione. La prima è proprio “riciclabile al 100%”, espressione che viene considerata ambigua in quanto si stima che il tasso di riciclo delle bottiglie per bevande in Pet sia solo al 55% nell’Ue e che la possibilità che diventino nuovamente bottiglie sia del 30% circa.

Il secondo termine è “100% riciclato”, altra affermazione non corretta dato che i tappi delle bottiglie non possono essere realizzati con materiali riciclati, in base alla normativa UE, e anche le etichette raramente sono realizzate con materiali riciclati. Inoltre, l’aggiunta di plastica vergine (cioè non riciclata) al materiale è una pratica comune. Il terzo aspetto riguarda l’uso di immagini verdi, che – spiega il Beuc – “suggeriscono la falsa idea della neutralità ambientale, della circolarità infinita della plastica e possono persino dare l’impressione che le bottiglie abbiano un impatto positivo sull’ambiente”. Tuttavia la plastica continua ad essere un materiale insostituibile per moltissime aziende del settore alimentare che stanno investendo su nuove tecnologie per un riciclo più efficiente.

Il Beuc ha chiesto quindi alla Commissione di avviare un’indagine, affinché le aziende smettano di ingannare i consumatori utilizzando definizioni errate. Nel frattempo, però, le stesse aziende del settore delle bevande stanno investendo su nuove tecnologie per un riciclo più efficiente, nella convinzione che la strada da seguire sia quella di continuare a produrre materiali in plastica da riciclare, invece che realizzare prodotti davvero sostenibili. Il risultato è che la plastica immessa nell’ambiente aumenta, mentre i consumatori vengono ingannati da indicazioni ambigue sulle bottiglie. Sembra inoltre che l’Ue stia adottando un approccio più lassista rispetto alla dicitura “plastica riciclata al 100%”. In un documento della Commissione europea datato 13 febbraio, l’esecutivo Ue, spinto dalle industrie della chimica e della plastica, ha proposto un approccio meno restrittivo del passato.

In particolare, secondo una nota ottenuta da “Politico”, la Commissione ha affermato che le nuove regole che disciplinano la tecnologia sono “troppo rigide, i riciclatori chimici potrebbero astenersi dagli investimenti pianificati, il che potrebbe bloccare lo sviluppo del settore”. Per questo, scrive “Politico”, la Commissione propone che i metodi di calcolo del contenuto riciclato delle bottiglie vengano modificati, in modo che le aziende possano raccogliere crediti di riciclo per diversi prodotti della loro gamma, così da raggrupparli poi nell’etichettatura di un prodotto. Ciò consentirebbe loro di utilizzare la dichiarazione “riciclato al 100%” dove avrebbe più valore. Questa proposta non è ancora stata discussa, ma la speranza è che la campagna intrapresa dal Beuc possa sortire qualche effetto e spingere l’Ue a rivedere alcune posizioni a favore dell’informazione ai consumatori, della transizione ecologica e della tutela della salute pubblica.

Redazione -ilmegafono.org