Ne abbiamo parlato a lungo, soprattutto ne abbiamo scritto in questi mesi, sia quando, nel 2022, erano stati svolti 6 concerti pop tra le pietre antiche del teatro greco di Siracusa, sia recentemente, davanti alla vergognosa decisione (assunta da una commissione di nomina politica, senza alcuna possibilità per la Sovrintendenza di intervenire nella decisione stessa) di raddoppiare o addirittura triplicare il numero dei concerti la prossima estate. Davanti agli allarmi preoccupati di tutti i più grandi studiosi in materia, alle lettere di archeologi, ex sovrintendenti, studiosi, alle perplessità e alla contrarietà del Sovrintendente di Siracusa, si è risposto sempre e solo con arroganza. Lo hanno fatto innanzitutto il sindaco e l’assessore alla Cultura della città, contrapponendo una visione surreale, priva di qualsiasi sostegno scientifico, in quella che è un’orgia di propaganda politica e di totale asservimento all’industria turistica e al marketing, a scapito dell’interesse di tutela di un bene che è patrimonio non dei privati e dei loro interessi, né degli amministratori e della politica locale e regionale, e nemmeno di cantanti, cantautori, gruppi e musicisti vari, bensì dell’intera umanità e della sua lunghissima storia.

Di fronte a tutto questo, anche per dare forza all’iniziativa di un cittadino che, anche dopo i nostri articoli, ha deciso con coraggio di presentare un esposto in Procura per fare chiarezza sull’iter autorizzativo e sui rischi per il teatro greco, qualche giorno fa abbiamo lanciato una petizione su Change.org, sperando che su questa vicenda possano accendersi più riflettori possibili, per fermare questo scempio annunciato e spostare i concerti in altri luoghi più consoni (che esistono), unendo così la voglia di musica della città alla ben più importante tutela di un bene dal valore inestimabile.

Qui di seguito il testo della petizione. Che è possibile firmare cliccando qui.

La prossima estate, ben 13 (o addirittura 18) concerti si svolgeranno sull’antica pietra del teatro greco di Siracusa, uno dei beni più preziosi dell’umanità. Tante serate musicali organizzate con l’intento di soddisfare la richiesta turistica e la fame di cultura e di musica dei siracusani. Una fame che però verrà saziata sacrificando uno dei beni più importanti dell’umanità.

Le istituzioni regionali e locali, sindaco e assessore alla cultura in testa, con il sostegno di imprenditori, albergatori, politici, privati famelici di profitto, hanno deciso di ignorare le denunce di celebri studiosi, come il professor Lorenzo Lazzarini, docente di Petrografia Applicata e Georisorse Minerarie all’Università Iuav di Venezia, autore di innumerevoli studi, o come il dr. Fabio Caruso, eccellente studioso e archeologo del CNR, solo per citarne due. Si ignora anche la volontà del compianto direttore del Parco Archeologico, dr. Calogero Rizzuto, il quale aveva dichiarato che mai, sotto la sua direzione, si sarebbero tenuti concerti musicali, considerati fortemente dannosi per la salute di un teatro già in condizioni fragili.

La scelta delle istituzioni, totalmente votata al profitto e indifferente rispetto al destino del bene archeologico, è ottusamente quella di trasformare il teatro greco di Siracusa in una sorta di gemello del teatro di Taormina o dell’Arena di Verona, spesso indebitamente citati a sostegno della tesi dell’utilizzo dei siti archeologici come luoghi di spettacolo e di concerti. Dimenticando, però, che il teatro greco di Siracusa, a differenza dei due siti sopraccitati, è scavato nella roccia, che è ancora quella originaria e che, dunque, è ad alto rischio di frantumazione.

Il prof. Lazzarini, in una intervista rilasciata al giornale La Civetta di Minerva, ha infatti sottolineato come lo stato della pietra del teatro è già non ottimale e richiede un intervento e soprattutto ingenti risorse che possano consentire di migliorarne la conservazione. Lo stesso Lazzarini ha spiegato che “il carico antropico eccessivo è assolutamente da evitare se si vuole salvaguardare il monumento. Danni indubbi alla pietra tenera provengono altresì dall’uso dei macchinari di scena nell’orchestra. Una riflessione che va fatta in genere per tutti i teatri. Basti pensare cosa è accaduto recentemente all’Arena di Verona […] La regola dovrebbe essere, per tutti i manufatti antichi e in primis per il teatro di Siracusa, ‘usarli’ il meno possibile e con la consapevolezza di chi li calpesta. Occorre rispetto”.

Rispetto che la Regione e gli enti locali schiacciano a vantaggio di una indecente doppia esigenza, economica ed elettorale. Lo stesso sindaco di Siracusa e il suo assessore alla Cultura ribadiscono che il parco archeologico è e sarà oggetto di tanti spettacoli e che queste serate, con le precauzioni prese, non comporteranno alcun danno. Peccato che il sindaco Italia e l’assessore Granata, a meno di lauree conseguite segretamente, non abbiano alcuna competenza in materia. Peraltro, va detto, a smentita di quanto sostenuto da loro e da più parti, anche le rappresentazioni classiche tenute annualmente dall’INDA, seppur in misura più ridotta, producono degli effetti negativi e dovrebbero prestare maggiore attenzione proponendo soluzioni migliori per la tutela del bene, con sistemi “meno impattanti, più leggeri e protettivi come per esempio la copertura in materiale plastico traspirante utilizzato nella Basilica di San Marco a Venezia per proteggere i mosaici del pavimento calpestati da 5/6 milioni di visitatori l’anno”, come ricorda il prof. Lazzarini. Soluzioni che a Siracusa vengono ignorate, per la scarsa attenzione prestata allo stato di salute del teatro.

C’è un ultimo elemento importante da sottolineare, ossia l’iter autorizzativo di tali eventi, che non prevede alcuna partecipazione nella scelta da parte degli enti e gli organismi di tutela competenti, depotenziati, ridimensionati ed estromessi dalle novità normative introdotte negli ultimi anni. La Regione ha infatti sottratto alla Sovrintendenza il controllo sulla gestione del teatro. Ora la Sovrintendenza può solo approvare quello che è già stato deciso e limitatamente alle condizioni d’uso, mentre prima esprimeva il proprio parere anche sugli spettacoli, sulla scelta della tipologia e sulla loro durata. Che adesso invece spetta a una commissione regionale costituita da funzionari di nomina politica. Questo passaggio è figlio della creatività normativa della ex giunta Regionale guidata da Nello Musumeci, che aveva assegnato la rubrica dedicata alla cultura all’esoterico assessore Alberto Samonà (carissimo amico dell’assessore alla Cultura di Siracusa, Fabio Granata).

La Commissione, istituita nel 2019, è dunque di nomina politica e priva di soggetti competenti. Non vi è alcuna figura “dotata dei titoli previsti dall’articolo 9 bis del Codice dei beni culturali e del paesaggio per la valutazione di interventi sui beni archeologici, cioè un ARCHEOLOGO di prima fascia inserito nell’elenco redatto ai sensi del D. M. Mibact 244/2019, né tantomeno il Soprintendente competente per territorio”. Essa è composta infatti dai seguenti membri: un violinista; un dirigente amministrativo, laureato in lettere moderne e attuale direttore parco Segesta, con voto deliberativo; una persona in possesso di laurea triennale in Economia aziendale, con voto deliberativo; un geometra, con voto deliberativo; Sindaco del Comune ove si svolge l’evento, con voto deliberativo; Direttore del Parco archeologico di riferimento, con voto soltanto consultivo (quindi perfettamente inutile). Detto ciò, indipendentemente da chi la compone, l’esistenza della commissione di nomina politica è inspiegabile e inutile, dal momento che esistono già gli enti di tutela competenti, vale a dire Sovrintendenze e direzioni dei Parchi archeologici, ai quali basterebbe restituire il ruolo di decisore sulla compatibilità o meno di tali eventi con il luogo indicato e con il suo stato di salute.

Al momento, invece, a decidere del destino del teatro greco, di un bene dell’umanità, è una commissione di nomina politica e non la Sovrintendenza di Siracusa. Il teatro greco di Siracusa viene così ridotto a “sito suggestivo” per eventi legati al divertimento di massa, viene umiliato al grado di contenitore turistico e non rispettato, come meriterebbe, nella sua sacralità di preziosa e inestimabile testimonianza della storia e della civiltà umana, lascito di chi ci ha preceduto e ora patrimonio da consegnare alle generazioni future.

In conclusione, dunque, siamo in presenza di un assalto a un prezioso bene archeologico, che non è di proprietà di Siracusa, ma del pianeta intero. Venerdì 10 febbraio, l’architetto Giuseppe Patti ha depositato presso la Procura di Siracusa un esposto per chiedere di:

– verificare la correttezza degli atti amministrativi relativi al rilascio delle concessioni per l’organizzazione dei concerti di musica pop al Teatro Greco di Siracusa, nei mesi estivi del 2023;
– verificare se quanto espresso negli articoli allegati (intervista al Professore Ordinario di Petrografia Applicata e Georisorse Minerarie all’Università Iuav di Venezia, autore di innumerevoli contributi di studio, la fama del professor Lorenzo Lazzarini e un intervista ad un anonimo archeologo), nei quali si espongono le criticità del Teatro Greco, siano compatibili con l’organizzazione di detti concerti;
– verificare se la copertura del Teatro Greco possa procurare un danno oggettivo alla struttura in pietra del colle Temenite, per un tempo cosi prolungato.

Per tali ragioni, chiediamo:

– alla Procura di Siracusa di indagare quanto prima e, se necessario, considerato l’alto rischio di danni irreversibili che tali eventi comporta, sospenda il calendario degli eventi in attesa di acquisire le verifiche e gli studi degli enti competenti in materia di tutela dei beni culturali (Sovrintendenza dei Beni culturali competente per territorio);
– alla Regione Sicilia di rivedere immediatamente la norma in essere e di assegnare alle sole Sovrintendenze la competenza di decidere sulla compatibilità degli spettacoli con i siti archeologici e con i beni culturali in generale;
– al sindaco di Siracusa di adibire ad attività concertistica altri luoghi, come lo stadio Nicola De Simone, l’Ippodromo o il porto di Siracusa, come già avvenuto in passato per grandi eventi (ad esempio, Coca Cola Live) e concerti di artisti pop di rilievo nazionale (ad esempio, Eros Ramazzotti);
– agli artisti in calendario per la stagione estiva del teatro greco di Siracusa, di modificare la scelta e spingere per trovare una soluzione differente dall’uso del teatro e del parco archeologico, dimostrando davvero la voglia di cantare a Siracusa per i propri fan, considerato che vi sono altri spazi, in città in cui potersi esibire senza essere complici del danneggiamento di un bene patrimonio dell’Umanità.

Firma anche tu la petizione!

Redazione -ilmegafono.org