La camorra è più forte che mai, eppure quasi nessuno ne parla o affronta il problema con l’attenzione che meriterebbe. A lanciare l’allarme è Isaia Sales, celebre saggista e politico italiano, da molto tempo attento ai fatti legati alla camorra e a tutto ciò che circonda il mondo criminale in Campania (e non solo). L’allarme lanciato da Sales non è certo immotivato. Al contrario, arriva dopo un periodo di escalation di violenza, con fatti criminosi che hanno interessato, in particolar modo, la zona tra Portici ed Ercolano. Solo qualche giorno fa, infatti, una donna di 43 anni è stata gambizzata in pieno giorno davanti a un negozio. Ad ottobre scorso, invece, ben 30 colpi di pistola furono sparati contro un cancello e un’auto a Portici, seguiti da un altro caso identico, questa volta a novembre, contro un’azienda di coibentazioni a Ercolano. Insomma, quel che viene spesso definito il “Miglio d’Oro” per la ricchezza di natura, ville antichissime e scorci meravigliosi, oggi non è altro che un miglio di fuoco. Un fuoco criminale.
Alla luce di tutto ciò, Sales ha scelto di porre l’attenzione su una realtà che è (o dovrebbe essere) sotto gli occhi di tutti. La scorsa settimana, in occasione della presentazione del suo ultimo libro, “Storia delle Camorre”, lo scrittore paganese ha sparato a zero su una situazione che rischia di diventare ingestibile e che ricorda fin troppo un’epoca che ben conosciamo grazie al romanzo “Gomorra” di Roberto Saviano, che accese le luci sulla camorra e sui suoi affari. A tal proposito, con riferimento alla fiction che ne è stata tratta, secondo lo stesso Sales sarebbe ora di “svegliarsi” dal torpore causato da una spettacolarizzazione della mafia. Un fenomeno che prenderebbe il nome di “ipermediatizzazione” e che, secondo il saggista campano, non avrebbe fatto altro che portare assuefazione e rifiuto del problema tra i cittadini.
La camorra, infatti, sarebbe “stata raccontata male, come un fenomeno folcloristico – ha precisato Sales – ed è stata sottovalutata dagli storici e dagli esperti che mai avrebbero immaginato cosa sarebbe diventata oggi”. Si parla, infatti, di un giro di affari che si stima essere intorno ai 3.750 milioni di euro. La ‘ndrangheta, secondo quanto sostenuto da Sales, arriverebbe a 3.491 milioni, mentre cosa nostra “soltanto” a 1.874 milioni. Inoltre, tra il 1992 e il 2017, “le ordinanze di custodia cautelare per il reato di 416 bis hanno colpito 3.100 camorristi, 400 in più del numero di ‘ndranghetisti”. Un numero che, con ogni probabilità, è dovuto anche alla presenza di ben 180 clan affiliati all’organizzazione mafiosa campana, un record assoluto per le mafie in Italia. Al di là dei numeri più o meno alti e della quantità di affiliati, che sicuramente fa paura, a dover far riflettere maggiormente sono più che altro due aspetti specifici.
Innanzitutto la struttura della camorra, il che include sia il modus operandi che la propria forza economica. A renderla così forte, secondo Sales, sarebbe infatti “la struttura più fluida e meno rigida di quella siciliana”, la quale sarebbe stata “capace di assorbire meglio la decapitazione dei vertici”. Inoltre, “l’assenza di un comando unico rende la camorra più adatta a resistere alla repressione e agli scontri interni, e più pronta a intercettare le opportunità che si presentano nel mondo degli affari e delle imprese”. E che dire della forza che tali enormi capacità finanziarie possono dare? “I signori che gestiscono tutti questi soldi – ha affermato il saggista di Pagani – sono capaci di condizionare ogni tipo di mercato e di fare pressioni, vincenti, su imprenditori di ogni settore”. “Tra i napoletani più ricchi – ha proseguito – ci sono molti capi camorristi, che spendono i loro soldi qua e possono decidere la vita e la morte di ogni azienda in ogni ambito di commercio, dall’edilizia alla ristorazione”.
L’altro fattore che preoccupa non poco Sales è senza dubbio il rumore di un silenzio totale, a tratti persino omertoso. Dei già citati episodi criminosi avvenuti negli ultimi tempi, nessuno sembra essersi accorto. Soltanto Alessandro Caramiello, esponente M5S e fino a qualche mese fa consigliere comunale all’opposizione dell’attuale sindaco di Ercolano, Vincenzo Cuomo, aveva cercato di far luce su quanto accaduto. Secondo Caramiello, infatti, una delle soluzioni nell’immediato potrebbe essere quella di aumentare il numero di volanti sul territorio e, in generale, di forze dell’ordine. Una soluzione che non è stata ancora accolta dal questore di Napoli, Alessandro Giuliano, tanto da spingere lo stesso Caramiello a rivolgersi direttamente al Ministro dell’Interno.
Insomma, l’aria che si respira alle porte di Napoli non è certo delle migliori. Se quella che sembra essere una vera e propria faida tra clan mafiosi dovesse effettivamente scoppiare come già visto negli anni passati, allora la situazione potrebbe seriamente sfuggire di mano. Anni di fiction, di realtà romanzate e di silenzio assoluto nei confronti della mafia “reale” hanno portato probabilmente a un’assuefazione da parte di molti cittadini. Un’assuefazione che rischia di costare caro: sia in termini prettamente economici che, purtroppo, sociali e legati alla sicurezza individuale.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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