Se nel triennio 2010-2013 l’Italia avesse investito maggiormente sulle FER (fonti di energia rinnovabile, ossia solare + eolico)‚ oggi non ci troveremmo così dipendenti dalla Russia per la fornitura di gas. Sono i dati di Alex Sorokin‚ ingegnere che ha incrociato le statistiche di Terna sullo sviluppo delle rinnovabili di quel triennio‚ tirando fuori una ‟previsione-postuma” che regala uno scenario oggi utopico. Se lo sviluppo delle FER‚ infatti‚ fosse andato avanti con lo stesso incremento annuale medio registrato nel triennio 2010‐2013 (pari a 5.900 MW l’anno), oggi l’Italia avrebbe potuto ridurre i consumi di gas metano di 20 miliardi di metri cubi l’anno, riducendo le importazioni di gas dalla Russia del 70%.
“È ora di dire basta a ogni forma di ricatto energetico e di dipendenza dalle fonti fossili. l’Italia del sole e del vento velocizzi la transizione verso le rinnovabili decuplicandone la velocità di sviluppo, spingendo sull’autoproduzione energetica, semplificando gli iter autorizzativi, aggiornando la normativa e mettendo al centro i territori”, spiega Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente. Proprio l’organizzazione ambientalista ha lanciato un appello al governo per fermare il ricatto del gas e della dipendenza da fonti fossili. Un appello importante, visto che, per cercare di attutire i colpi economici determinati dall’invasione russa in Ucraina‚ la strategia proposta dal governo è incrementare la produzione di carburanti fossili e riaprire l’argomento nucleare‚ con l’appoggio del ministero per la Transizione Ecologica. Ma la riapertura delle centrali a carbone‚ la trivellazione delle coste e l’eventuale apertura di una centrale nucleare a lungo raggio non sono affatto la strategia più conveniente.
La soluzione nucleare‚ in particolare‚ non darebbe comunque l’indipendenza energetica al nostro Paese, poiché l’uranio necessario dovremmo comunque importarlo dalla Namibia‚ dalla Russia‚ dal Canada e dall’Australia. ‟L’Italia può fare anche meglio, mettendo in campo un cambiamento strutturale e raccogliendo immediatamente la proposta, lanciata da Elettricità Futura di Confindustria, di autorizzare entro l’estate nuovi 60 GW di rinnovabili da realizzare nei prossimi 3 anni, ciò permetterebbe di ridurre i costi in bolletta del 30% ma anche il fabbisogno di gas russo si ridurrebbe al 7%, quantità su cui è facile trovare soluzioni alternative”.
Il ricatto del gas, intanto, sta mettendo a dura prova l’economia di imprese e famiglie‚ sta rallentando la produzione e sta scatenando una reazione a catena su tutta la filiera. Davanti a questo però non possiamo dimenticare che nessuna guerra mette in pausa la crisi climatica e le soluzioni da attuare in questo momento devono essere sempre lungimiranti per il futuro. Spendere miliardi per la produzione di carburanti fossili oggi metterebbe a serio rischio il nostro futuro‚ costringendoci a spendere forse il doppio tra qualche anno per riparare ai danni che possono causare queste soluzioni. Non servono passi indietro, serve piuttosto attuare una soluzione che possa svincolare l’Italia dalla dipendenza energetica e‚ al tempo stesso‚ rimanere fedele alle iniziali promesse sulla Transizione Ecologica.
Sarah Campisi -ilmegafono.org
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