Patto civico con le imprese e rigenerazione urbana sono le parole d’ordine del nuovo programma urbanistico presentato nei giorni scorsi dal sindaco di Roma, Ignazio Marino, all’Assemblea annuale dell’Acer, l’Associazione dei costruttori romani. Nel suo programma elettorale, il primo cittadino della Capitale aveva annunciato di voler cancellare e ritirare tutti gli atti dell’amministrazione precedente “che aggravano il consumo di nuovo suolo agricolo” e ribadito che  “la città  deve sapere con assoluta chiarezza che quel  modello di sviluppo urbano è definitivamente concluso”. 

Ora, ha detto Marino, “agli imprenditori  proponiamo un patto volto alla realizzazione del piano regolatore e all’avvio di una nuova stagione dell’urbanistica romana: quella della rigenerazione. Diversa da quella dell’espansione e della conservazione”. 

Il sindaco ha proposto che a Roma si costruisca “meglio e non di più”, che si “rigeneri” appunto l’esistente, per avere una città più moderna e più vivibile. Non più periferie sconfinate che assomigliano a ghetti, ma una metropoli “densa e compatta”. Il prossimo 6 dicembre Marino si riunirà con rappresentanti delle imprese e forze sociali per firmare insieme un patto civico per il rilancio dell’Osservatorio dei lavori pubblici, strumento tecnico per il controllo e la trasparenza.

Il primo cittadino ha spiegato  che “prima della crisi si poteva forse pensare che urbanizzare l’agro romano potesse essere un ottimo affare, almeno per alcuni imprenditori immobiliari e proprietari fondiari. Oggi urbanizzare ulteriormente l’agro romano significherebbe esporre tutti ad un modello di crescita urbana che in Europa nessuno più considera né sostenibile né desiderabile”. L’Associazione AUDIS (Aree Urbane Dismesse), a marzo scorso, ha elaborato un protocollo “sulla qualità urbana di Roma Capitale”, che si basa sulla trasformazione delle aree dismesse e sulla tutela del territorio.

Non sarà facile però per il sindaco attuare un piano di rigenerazione urbana che richiede sostanziosi investimenti pubblici. All’Assemblea dell’Acer, i costruttori hanno chiesto al sindaco di “puntare sull’edilizia come volano per l’economia” e di rispettare i progetti previsti dal Piano Regolatore, ma negli ultimi due anni la crisi del settore edilizio ha causato la perdita di 12.000 posti di lavoro nella Capitale e il Comune di Roma, a fine settembre, ha annunciato di dover coprire un buco di 867 milioni di euro nel bilancio.

E benché il governo sembri determinato ad aiutare l’amministrazione capitolina con emendamenti ad hoc alla legge di stabilità, si è già parlato dell’introduzione di nuove tasse e tagli che inevitabilmente andranno ad incidere sulle attività economiche nella città.

 G.L. -ilmegafono.org