Non bastava la pandemia a risvegliare il mostro della fame: la guerra scoppiata in Ucraina ha peggiorato la situazione, sbilanciando gli equilibri della produzione alimentare a livello mondiale. Si può dunque parlare di crisi alimentare e i dati non sono confortanti. Le statistiche della FAO erano già preoccupanti prima del conflitto provocato dalla Russia, ma secondo il World Food Programme, agenzia ONU, la crisi alimentare è un rischio concreto in tutto il mondo. Il WFP, attraverso i suoi operatori, sta già venendo in soccorso delle popolazioni in fuga dalla guerra, offrendo cibo e assistenza.
Il fatto che la guerra sia proprio in Ucraina, definita come “il granaio d’Europa”, non fa altro che accrescere le preoccupazioni per la crisi alimentare, visto che la nuova ondata di fame si propagherebbe proprio da lì, scatenando poi un effetto domino. “Ci saranno conseguenze sulle catene di approvvigionamento e in particolare sul costo del cibo. Stiamo vedendo un aumento dei prezzi che ci costerà, in costi operativi, da 60 a 75 milioni di dollari in più al mese. E questo significa che ancora più persone andranno a dormire affamate”, afferma David Beasley, direttore esecutivo del World Food Programme, evidenziando quanto la crisi alimentare possa essere un’onda d’urto a lungo termine.
Già da febbraio sono aumentati i prezzi di alcuni generi alimentari, l’incertezza provocata poi dalla guerra in Ucraina ha accresciuto la preoccupazione sulle esportazioni di grano e mais. Nell’ambito di una più approfondita analisi della crisi alimentare, la FAO aveva stilato il Bollettino sull’offerta e la domanda dei cereali, passando in rassegna la produzione mondiale di cereali nel 2022. I fattori tenuti in considerazione sono clima ed estensione delle superfici, tutti analizzabili e prevedibili. Nessuno, però, poteva prevedere che la crisi alimentare sarebbe dipesa molto anche dalla guerra in Ucraina.
Un mix pericolosissimo anche per i paesi più fragili dal punto di vista economico: l’aumento del prezzo dei cereali e una loro inferiore produzione potrebbe aggravare il livello di fame in 44 paesi bisognosi d’aiuti esterni. Insomma, gli effetti della guerra arriveranno anche in luoghi lontani, molto lontani dal conflitto, traducendosi in una crisi alimentare che si aggiunge alle tante calamità del nostro tempo.
Redazione -ilmegafono.org
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