Con nove anni d’anticipo il Portogallo saluta ufficialmente il carbone. Lo scorso fine settimana Endesa ha spento la centrale di Pego, a nord-est di Lisbona, ultima centrale a far uso del carbone. Il Portogallo così entra nella lista di paesi che hanno completato il phase out del carbone, insieme a Svezia, Belgio e Austria. Un percorso a dir poco rapido e virtuoso, se consideriamo che Lisbona aveva siglato l’impegno contro il carbone alla Cop23 di Bonn, nel 2017, promettendo di completare il phase out entro il 2030. Da quel momento in poi la trasformazione è stata rapida, nel gennaio di quest’anno è stato chiuso anche l’impianto di Sines, con due anni d’anticipo.
Seguono la strada del Portogallo anche altri paesi, come Grecia, Ungheria, Danimarca e Gran Bretagna: attualmente sono 21 le nazioni europee in dirittura d’arrivo per il phase out del carbone, o che lo hanno addirittura completato. Se pensiamo che a marzo è stato spento l’impianto di carbone numero 162, su 324 totali, possiamo dirci soddisfatti del percorso intrapreso dall’Europa intera, che è a metà dell’opera. Altri paesi sono ancora lontani, ma è già importante che abbiano deciso di metter fine all’era del carbone. Per la Polonia si parla del 2046, per la Bulgaria invece 2038 o 2040.
La centrale di Pego, appena chiusa, potrebbe trasformarsi in una centrale a biomasse, ma il ministro dell’Ambiente, Joao Pedro Matos Fernandes, fa sapere che il Portogallo, al posto della centrale a carbone, potrebbe lasciare il posto a un sito di pannelli solari o veicoli elettrici. Il futuro è già iniziato.
Redazione -ilmegafono.org
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