L’Europa ha finalmente qualcosa da festeggiare sul piano delle energie rinnovabili: il 2018 è stato l’anno della effettiva recessione del carbone, battuto da una corsa all’utilizzo del rinnovabile nella produzione di energia elettrica. L’energia a basso impatto ambientale copre infatti circa il 32,3% del mix elettrico europeo, mentre il carbone ha fatto registrare una frenata d’arresto pari al -6% nella fine dello scorso anno. I dati sono stati resi noti dal rapporto “The European Power Sector”, il report di Agora Energiewende e sandbag, una sintesi di quanto sta accadendo nel mondo della produzione energetica del Vecchio Continente.
Nella maggior parte dei paesi europei si registra un netto calo del carbone, soprattutto quello proveniente dall’antracite, meno inquinante della lignite, un combustibile più dannoso. Il dato che interessa di più, tuttavia, è una presa di posizione del settore rinnovabile, con fotovolatico ed eolico arrivati a livelli altamente competitivi, paragonabili per produzione ai tradizionali impianti termoelettrici. In Germania si pensa di arrivare a una totale liberazione dal carbone entro il 2038.
Accanto al basso impatto ambientale, anche il piano economico è a favore del rinnovabile, valutando l’ipotesi di utilizzare il gas come combustibile di passaggio tra carbone e rinnovabile. Nel 2018, inoltre, si stima che la produzione energetica del fotovoltaico sia aumentata del 60%, coprendo un fabbisogno di circa 10GW, che potrebbe aumentare fino a 30GW entro il 2022.
Redazione -ilmegafono.org
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