È stata portata a termine una vera e propria operazione di deportazione di persone legittimamente residenti in un Cara, quello di Castelnuovo di Porto, a nord di Roma. Persone in strada, persone portate via senza sapere dove venivano condotte o dove andare.
Non ve ne siete accorti? Potrebbe anche essere. A buttare fumo negli occhi dell’opinione pubblica ci ha pensato la grancassa 5 stelle con la nomina di Lino Banfi ad ambasciatore dell’Italia presso l’UNESCO. Una mossa grottesca, triviale e ridicola. Così apparentemente stupida da sembrare studiata. Almeno questa è una ipotesi che serpeggia, sussurrata, tra gli osservatori. La mette per iscritto per esempio Vice (leggi qui), e ne parla anche un interessante articolo di Wired (leggi qui), anche se quest’ultimo non sposa troppo l’idea della strategia studiata a tavolino.
L’osservazione più interessante circa il fenomeno che ci porta a parlare di notizie minori, come quella di Banfi, a farla diventare fatto del giorno, riguarda la convinzione che serva poco tempo, un titolo, una foto, un messaggio breve per farsi un’opinione e, quindi, a condividerla facendo involontariamente da grancassa.
Nessuno ammetterà mai che si tratti di una precisa strategia di comunicazione, ma di certo l’effetto sembra ottenuto. Le nostre pagine facebook e twitter si riempono di commenti, insulti, opinioni, meme su Banfi, mentre sparisce dall’attenzione pubblica generale (o comunque si affievolisce) quello che è un altro passo nel processo di demonizzazione e di profezie autoavverantisi messo in campo dal ministro degli Interni.
Pensate se, al posto delle decine di meme su Banfi che avete visto, fatto, condiviso, ci fossero state le immagini dei bambini sui pullman diretti chissà dove, le facce preoccupate di persone portate via da altre che non parlano la loro lingua, le foto dell’esercito che preleva le persone, le testimonianze di cosa era, a cosa serviva il Cara. Da molti il Cara di Castelnuovo di Porto, con i bambini che andavano a scuola e gli adulti impegnati nei lavori del Comune, era considerato, come Riace, un esempio positivo di gestione e integrazione. Quella che si è consumata è l’ennesima violazione del principio costituzionale per cui la Repubblica si impegna a tutelare i rifugiati e tutte le persone sotto protezione.
Davanti a tutto questo, è legittimo chiedersi cosa ne pensi il Presidente della Camera, Roberto Fico, il quale, saltuariamente, fa una dichiarazione contro le politiche di Salvini. Moderata. Pacata. Per carità. Intanto però siede sullo scranno di terza carica dello Stato, senza prendere una posizione diversa da una frase buona solo per rinfocolare le dissertazioni su presunti litigi governativi.
Fuori da ogni legge e oltre quello che può pensare il presidente della Camera, giova ricordare che abbiamo già visto persone inermi caricate dall’esercito su un mezzo di locomozione senza sapere dove andavano. Non è finita bene se qualcuno ancora ne ha memoria.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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