Lo scorso aprile, si è tenuto a Milano il workshop internazionale Made in ItalyGreen, organizzato da Fondazione ISTUD con la collaborazione della Commissione europea, riguardante le prospettive dell’economia verde italiana. Uno dei temi affrontati è stato quello dell’auto elettrica. A tal riguardo, il governo olandese ha iniziato a lavorare per impedire la vendita di auto alimentate a diesel o a benzina dal 2015, per passare alla vendita esclusiva di auto a zero emissioni dal 2050. In Norvegia e in Cina, è già diventato un vero e proprio boom e potrebbe essere anche il futuro del nostro Paese, dato che sicuramente il diesel non può essere una soluzione adeguata a lungo termine.
Massimiliano Lepratti di EStà ha curato, infatti, uno studio per FIOM, dal titolo “Effetti del caso Volkswagen, verso un nuovo paradigma di mobilità sostenibile”, per cui sarà possibile arrivare in poco tempo ad un taglio del 35 per cento del costo dell’auto elettrica. Sempre in questo ambito, infine, Gianluca Donato di ABB ha annunciato il varo della tecnologia “flash changing”, ovvero si avrà l’opportunità di ricarica degli autobus elettrici in quindici secondi, il tempo di una fermata, risparmiando in costi e incrementando i vantaggi per le aziende e i viaggiatori.
Alla base di questi progetti vi è proprio un cambio di mentalità: abbandonare l’idea di proprietà dell’auto. Queste sono anche le nuove idee dei Millennials (protagonisti insieme alle donne dei nuovi stili di vita), che hanno impresso un registro diverso alla stessa idea del green. Azienda digitale e bio, il modello da loro proposto, basato su fotovoltaico, pannelli solari ed eolici, ha coinvolto le tante imprese che stanno correndo per adeguarsi e per cercare soluzioni verdi più disparate. Ad esempio la Solidpower di Trento che, attraverso la tecnologia fuel cell (pile combustibili), riscalda palazzi con risparmio di pesi e costi; e, ancora, la 3M che ha costruito un innovation center spaziale con le tecniche eco più avanzate.
La mission dell’evento di Milano è di certo quella di testimoniare il cambiamento, imperniato di quel po’ di sano patriottismo che non guasta mai, giusto a sottolineare che l’Italia non è più il brutto anatroccolo di un tempo. Però, in questo mare di idee, sperimentazioni, tecnologie, app, ciò che manca è un sistema, ma soprattutto bisogna fare i conti con burocrazia e lentezza delle leggi, talvolta fatte male o per nulla aggiornate.
“Spesso – ha precisato Roberto Cavallo, l’ecologo di Erica che ha una rubrica sull’economia circolare nella trasmissione di Rai3 “Scala Mercalli” – è un dibattito al ribasso. L’Italia è leader nel recupero. Perché le leggi non danno una mano alle cartiere da macero invece di esportare il materiale in Cina?”. Le leggi, dunque, non riescono a stare al passo delle innovazioni ed è la rincorsa della legge sulla Sharing economy, l’economia della condivisione, che potrebbe far risparmiare, insieme all’utilizzo di una piattaforma digitale che la rende possibile.
Un evento importante sarà il primo Sharing Festival, che si terrà a Ferrara dal 20 al 22 maggio. “È urgente comunicare, mettere in contatto, relazionarsi, far sì che lieviti una piattaforma, un hub permanente del green italiano per rispondere all’esigenza di Sistema – afferma Maurizio Guandalini, chairman dell’evento ISTUD e curatore insieme al decano dell’economia finanziaria e giuridica, Victor Uckmar, del volume Made in ItalyGreen (Mondadori Università) -. Un trend fuori dalle ‘magnifiche sorti e progressive’ con l’obiettivo, adulto, di varare un hub green europeo in competizione con i player globali. Solitamente il post moderno è rifare il passato. Il presente è fuggito? Si ripropone l’antico. Idee nuove? Zero. Invece nel Green contemporaneo c’è un recupero di modi e soluzioni del passato, basti pensare nell’agricoltura e nel food, ma con straordinari esprit rivolti al domani, frutto della ricerca più avanzata”.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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