In Svizzera, per la precisione a Martigny, città del canton Vallese a meno di 200 chilometri da Torino, dal 20 giugno scorso, negli ambienti della Fondation Gianadda, si sta svolgendo (rimarrà aperta fino al 22 novembre 2015) l’incredibile mostra “Matisse et son temps”. Questa piccola cittadina di meno di 20.000 abitanti al confine con la Francia è molto famosa per la sua offerta culturale e propone al suo pubblico mostre di rilievo internazionale.

Quest’ultima, realizzata dal conservatore del centro Pompidou di Parigi, Cécile Debray, raggruppa le opere di Matisse conservate appunto al Pompidou e quelle di alcune collezioni private svizzere e le mette a confronto con quelle degli altri pittori suoi contemporanei come Picasso, Maillol, Laurens, Juan Gris, Marquet, Simon Hantal e Jean-Pierre Pincemin, offrendo un punto di vista completo dell’opera dell’artista in relazione alla sua evoluzione stilistica e alle influenze del suo entourage.

Il percorso cronologico inizia dalla sua formazione nell’atelier di Gustave Moreau e da quando Matisse inserisce già le sue finestre nelle composizioni. Si passa poi al periodo in cui egli si dà alla pittura puntinista di Signac, ma senza entusiasmo, per giungere poi a diventare uno degli artisti di maggior rilievo del fauvismo (1905).

Nel 1906, Gertrude Stein presenta Matisse a Picasso, di cui diviene amico ma del quale non segue lo stile cubista di quel periodo. Tra il 1911 e il 1913 va in Marocco, paese che influenza molto la sua pittura e di cui nella mostra si vedono alcune odalische. Dal 1913 è a Nizza dove la sua pittura è caratterizzata da un maggiore naturalismo. Quando poi, negli anni ‘30, lavora alla Dansa per la Fondation Barnes, la sua tecnica evolve verso il découpage di grandi fogli di carta per fare delle prove di composizione per questo progetto monumentale e la sua attenzione si rivolge esclusivamente allo studio della figura umana.

Quella in corso a Martigny è dunque un’enorme retrospettiva di questo grande artista e di coloro che da lui sono stati influenzati negli anni. La mostra si conclude con dei découpage colorati, elaborati tra 1943 e 1944, dal titolo “Jazz”, pubblicati poi in un tomo nel 1947 e che  tanto incisero sull’espressionismo astratto statunitense degli anni successivi. Una mostra consigliatissima insomma, da non perdere! Cliccando qui potrete trovare maggiori informazioni.

Angelo De Grande -ilmegafono.org

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Henri Matisse