Secondo un recente rapporto di Legambiente, “Comuni Rinnovabili 2015”, realizzato con il contributo del Gruppo Asja e in collaborazione con il Gsee, l’Italia sarebbe la prima al mondo per il solare. Analizzando lo sviluppo delle rinnovabili nel territorio italiano, è emerso come negli ultimi dieci anni tali fonti hanno contribuito a cambiare il nostro sistema energetico.

Oggi è possibile trovare gli impianti in tutti gli 8.047 comuni della penisola: infatti, nel 2014 le rinnovabili hanno contribuito a soddisfare il 38,2 per cento dei consumi elettrici complessivi, a fronte dell’appena 15,4 per cento del 2005. Inoltre, è importante sottolineare i numeri della produzione da fonti rinnovabili che in tre anni è passata da 84.8 a 118 TWh e la distribuzione degli impianti da fonti rinnovabili, che ammonterebbero circa a 800.000 tra elettrici e termici, distribuiti nelle città attraverso sistemi di accumulo, autoproduzione e smart grid (reti di distribuzione “intelligenti”). Insomma, numeri che fanno ben sperare, perché riescono a sfatare la convinzione che queste fonti avrebbero sempre avuto un ruolo marginale, e che hanno consentito la riduzione delle importazioni dall’estero di fonti fossili.

Nonostante siano aumentate le installazioni per tutte le fonti, i ritmi di crescita rimangono però piuttosto bassi poiché, da un lato, mancano procedure chiare per l’approvazione dei progetti e, dall’altro, vi sono stati degli interventi normativi che hanno introdotto tagli ad incentivi e tasse, senza però offrire alcune prospettiva chiara per il futuro.

“Gli operatori nazionali ed esteri – ha commentato Agostino Re Rebaudengo, presidente di assoRinnovabili e di Asja Ambiente Italia – chiedono, per continuare a investire nel nostro Paese, regole chiare, certe, stabili nel tempo e che, soprattutto, siano coerenti con un preciso disegno di politica energetica di lungo periodo. All’incertezza si aggiungono, inoltre, gravi e numerosi ritardi nell’emanazione di decreti e regolamenti attuativi che rendono, di fatto, le norme approvate inapplicabili o che, nelle ipotesi peggiori, costringono i destinatari a effettuare scelte economicamente importanti, senza essere in possesso di tutte le informazioni di dettaglio indispensabili”.

Il premio “Comuni Rinnovabili 2015” è spettato a Campo Tures, un paese in provincia di Bolzano che, grazie a una lungimirante politica di interventi, è riuscito a soddisfare l’intero fabbisogno energetico del territorio con un mix di sette tecnologie da fonti rinnovabili elettriche e termiche. Il prossimo obiettivo è quello di diventare un Comune a emissione zero e, per raggiungerlo, l’amministrazione sta puntando sulla mobilità sostenibile con l’inserimento di mezzi pubblici a trazione elettrica e distributori con carburanti alternativi. Un altro riconoscimento è andato a Forlì, che si è aggiudicata il premio “Buona Pratica per l’innovazione energetica”. Infatti, è la prima città italiana ad inaugurare il primo campo solare termico a concentrazione. Infine, al Comune di Celle San Vito (FG) è stato conferito il premio “Buona Pratica per l’efficienza energetica”, in quanto è stato capace di riqualificare energeticamente edifici esistenti e di realizzare nuovi impianti da fonti rinnovabili integrati in strutture edilizie.

A fronte dell’impegno dimostrato dai Comuni, l’associazione ambientalista avanza delle proposte che abbiano la finalità di continuare in questa direzione, tra le quali: cancellare tutti i sussidi alle fonti fossili, introdurre una carbon tax e nuove regole per valutare i progetti da fonti rinnovabili, promuovere innovazioni nel mercato elettrico, permettendo alle rinnovabili di poter competere grazie a contratti di lungo termine e, infine, investire nelle reti energetiche.

Veronica Nicotra -ilmegafono.org