Ogni anno milioni di ettari di foreste naturali vengono distrutti o degradati e il 17 per cento del legno che viene sottratto all′ecosistema è usato per produrre carta. Carta che poi ritroviamo nelle librerie e nei supermercati delle nostre città e che spesso consumiamo senza riflettere. Eppure “evitare la distruzione delle foreste primarie è ancora possibile”. Bastano dei piccoli gesti e un consumo critico e responsabile.
In occasione della prima “Greenpeace Business Conference”, che si è conclusa a Milano pochi giorni fa, l’associazione ha esortato le aziende italiane del settore cartiero a trovare soluzioni alternative che non implichino la distruzione delle foreste primarie e pubblicato linee guida per evitare lo scempio del polmone verde del pianeta (linee guida per gli acquisti della carta a Deforestazione Zero). Si tratta di linee guida che vanno dalla certificazione delle fibre utilizzate secondo standard internazionali ad un progressivo aumento dell’uso di fibre riciclate post-consumo o fibre alternative (ad esempio fibre riciclate pre-consumo, scarti agricoli, etc).
Le imprese da sole, però, non possono “salvare il pianeta”. Noi invece possiamo farlo: le aziende, infatti, sono in una posizione di dipendenza rispetto al nostro comportamento di consumatori. Con i nostri acquisti, in libreria o al supermercato, possiamo far scendere o salire i loro profitti e i manager, i dirigenti e i pubblicitari lo sanno bene. E Greenpeace, nel suo sito on-line, ha provveduto anche a questo. “Evitare la distruzione delle foreste primarie è possibile”, anche in libreria o al supermercato.
La guida degli editori “Salvaforeste” è un ottimo punto di partenza per scegliere “responsabilmente” quello che leggiamo (e influenzare gli editori che vogliono vendere i loro libri) e quella “Foreste a rotoli” è uno strumento per selezionare i prodotti per la casa più “verdi”. “Grazie a questi strumenti, tantissime aziende del settore cartario hanno deciso di mostrare più trasparenza sulla materia prima utilizzata per i propri prodotti – scrive Greenpeace in un comunicato – e nell′ultimo anno la lista degli editori amici delle foreste è cresciuta e all′impegno, già da tempo assunto da case editrici come Bompiani e Fandango, si stanno adeguando editori come Feltrinelli, Marsilio e Minimum Fax”.
Insomma, come spesso accade, dei piccoli gesti possono “sconvolgere il mondo”. Come scrive l’antropologo Clifford Geertz in un suo libro, citando il fisico Edward Lorenz: “Come il famoso battito d’ali di una farfalla nell’Oceano Pacifico può provocare un temporale nella penisola iberica, così un cambiamento in un luogo qualsiasi del mondo può provocarne tanti altri in un luogo diverso”.
Giorgia Lamaro -ilmegafono.org
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