Un esordio molto interessante quello degli Age Otori, una band piemontese che, già dal 2021, ha iniziato il suo percorso artistico, fatto di esperienze ed esibizioni, fino ad arrivare ad oggi, all’uscita del primo lavoro discografico, un EP omonimo pubblicato dalle label indipendenti Araki Records, Brigante Records, Bitume Prod., Entes Anomicos e Karma Conspiracy Records. Un disco che ci porta in viaggio attraverso atmosfere dilatate e sognanti, che rimandano ad un tipo di shoegaze autentico ed equilibrato, amalgamato poi ad alcune caratteristiche proprie del post-punk e all’imprevedibilità tipica dell’indie-rock. Tre generi che insieme hanno davvero tanto da raccontare e che si intrecciano molto bene, senza mai ostacolarsi, ma anzi sostenendosi a vicenda e creando un’atmosfera sonora molto intensa e variegata.

Le cinque tracce che compongono l’EP si sviluppano come le fasi di un racconto emotivo. I testi parlano di vulnerabilità, amori perduti, introspezione ed empatia, tematiche che si riflettono non solo nelle parole, ma anche nella parte musicale. Il sound è infatti compatto e coerente, con la voce che si presenta come fosse uno strumento aggiunto. Non è dunque l’elemento predominante, bensì una componente che si fonde perfettamente con gli altri strumenti, alimentando quel senso di nostalgia che pervade l’intero EP.

Come disco di debutto, il lavoro degli Age Otori (che abbiamo ospitato durante l’ultima puntata della nostra trasmissione radiofonica “The Independence Play”) ci ha colpito per la sua qualità e per il modo in cui vengono uniti i vari elementi sonori, provenienti dai generi ai quali abbiamo accennato. Non c’è nulla di forzato o eccessivo, ogni cosa è tarata per mantenere l’equilibrio tra energia e pacatezza, tra impatto e riflessione. Se questo è l’inizio, siamo davvero curiosi di scoprire dove li porterà il loro percorso artistico.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’EP “Age Otori”