Anche in Europa, come in Italia, il patrimonio forestale, che costituisce quasi il 40% del territorio di tutto il continente, non è abbastanza tutelato. Antiche foreste, patrimonio di biodiversità, vengono distrutte nel cuore dell’Europa per la vendita di legname e di prodotti derivati a diversi Paesi dell’Ue, inclusa l’Italia. È quanto emerge da un’indagine di Greenpeace Repubblica Ceca, secondo la quale aziende pubbliche e private depredano periodicamente queste foreste primordiali per ricavarne profitti economici. L’indagine di Greenpeace ha riguardato in particolare i Monti Metalliferi, catena montuosa al confine tra Repubblica Ceca e Germania, e la Foresta di Ždánice, geologicamente parte dei Carpazi. Tramite dispositivi di tracciamento GPS, Greenpeace Repubblica Ceca ha rilevato che il legno tagliato illegalmente nei Monti Metalliferi veniva venduto come legna da ardere per le case ceche, mentre il legno della foresta di Ždánice veniva trasportato in una cartiera in Slovacchia di proprietà della multinazionale Mondi Group e molto probabilmente esportato in altri Paesi europei.
La Repubblica Ceca è uno dei maggiori esportatori di legname dell’Unione Europea: circa la metà della sua produzione di legname finisce all’estero, principalmente verso Germania (32%), Austria (15%), Slovacchia (8%), Polonia (8%) e Italia (4%), secondo i dati del 2021 della Banca Mondiale. Ricche di biodiversità, le foreste vetuste svolgono un ruolo significativo nel prevenire e mitigare gli effetti del cambiamento climatico: circa il 93% delle foreste vetuste mappate è incluso nella rete Natura 2000, un sistema di aree protette istituito dall’Ue che comprende importanti siti di riproduzione e di riposo per specie rare e minacciate. La gran parte di esse dovrebbe essere sottoposta a una rigorosa protezione dall’interferenza umana.
Ciò nonostante, non esiste nell’Ue un sistema efficace di tutela delle foreste, tantomeno vi è un controllo accurato della destinazione del legname all’interno dell’Unione. La selvicoltura industriale approfitta quindi della mancanza di una protezione efficace e danneggia la complessità naturale delle nostre foreste più ricche di biodiversità. Ciò è possibile anche a causa di una combinazione di quadri giuridici ambigui (non esiste una definizione di “foresta vetusta” a livello europeo), di un’inadeguata mappatura delle superfici forestali e della deforestazione illegale. Greenpeace chiede pertanto all’Unione europea di tradurre in azioni concrete gli impegni assunti con l’adozione del Quadro globale per la biodiversità Kunming-Montreal e della Strategia Ue per la Biodiversità al 2030, per combattere un fenomeno che rappresenta un vero e proprio crimine ambientale proprio nel cuore del nostro continente.
Redazione -ilmegafono.org
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