“Non è tollerabile perdere una lavoratrice o un lavoratore a causa della disapplicazione delle norme che ne dovrebbero garantire la sicurezza sul lavoro. I morti di queste settimane ci dicono che quello che stiamo facendo non è abbastanza”. Così il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, è intervenuto in una lettera alla ministra del Lavoro, Marina Calderone, a due settimane dal tragico incidente del 30 agosto a Brandizzo, in provincia di Torino, dove un treno ha travolto, uccidendoli, cinque operai impegnati nella manutenzione della linea ferroviaria. “La cultura della sicurezza deve permeare le Istituzioni, le parti sociali, i luoghi di lavoro – ha aggiunto Mattarella -. Le morti sul lavoro feriscono il nostro animo. Feriscono le persone nel valore massimo dell’esistenza, il diritto alla vita. Feriscono le loro famiglie. Feriscono la società nella sua interezza”.
La magistratura sta ancora indagando sulla strage di Brandizzo, ma quello che è certo è che si è trattato dell’ennesima tragedia dovuta al mancato rispetto di basilari norme di sicurezza. Nella strage hanno perso la vita Michael Zanera, 34 anni, di Vercelli; Giuseppe Sorvillo, 43 anni, di Brandizzo; Saverio Giuseppe Lombardo, 52 anni, di Vercelli; Giuseppe Aversa, 49 anni, di Chivasso; Kevin Laganà, 22 anni, di Vercelli. Lavoravano tutti per la Si.gi.fer di Borgo Vercelli. I cinque uomini sono stati travolti da un convoglio che viaggiava a 160 chilometri orari. In base alle prime ricostruzioni, agli operai sarebbe stato indicato di aprire il cantiere nella stazione di Brandizzo nonostante mancasse ancora il via libera ufficiale dalla dirigente movimentazione della stazione di Chivasso. C’è anche un video, girato da una delle vittime poco prima dell’impatto, che proverebbe la catena di responsabilità nella mancata applicazione delle norme di sicurezza.
Nel filmato, infatti, si sente distintamente uno degli attuali indagati, tecnico manutentore di Rete Ferroviaria Italiana, dire agli operai di “spostarsi da un’altra parte” qualora passasse un treno, a dimostrazione che la linea ferroviaria su cui lavoravano non era ancora stata interrotta. Ancor più inquietate è il fatto che, secondo gli avvocati delle famiglie delle vittime, dalle immagini sembrerebbe emergere un modus operandi non occasionale, con direttive impartite ai lavoratori molto pericolose.
Tutto come se la sicurezza sul luogo di lavoro fosse solo uno scomodo adempimento burocratico, secondario rispetto allo svolgimento dell’attività richiesta e al profitto, anche in condizioni di rischio oggettivo e anche in presenza di un bollettino quasi quotidiano di morti o gravi incidenti. Non è un caso che il presidente Mattarella sia intervenuto nuovamente sul tema in occasione dell’assunzione di 800 nuovi ispettori tecnici, ammessi al corso di formazione del ministero in materia di salute e sicurezza sul lavoro. Il capo dello Stato ha voluto infatti lanciare un monito perché si aumentino i controlli e non si continui a sottovalutare i rischi. Grazie a una maggiore attenzione, infatti, l’incidente di Brandizzo poteva essere evitato così come tante altre tragedie avvenute negli ultimi anni. L’attività dell’Ispettorato Nazionale del Lavoro dovrebbe essere una garanzia di legalità e rispetto delle norme di sicurezza, ma il numero degli ispettori è ancora troppo esiguo e i controlli non sono capillari.
Da gennaio a luglio 2023 sono state ben 559 le vittime di infortuni sul lavoro, tante, troppe. Il problema non riguarda solo le aziende che sono in difficoltà o arrancano, ma anche quelle che fanno ottimi fatturati. All’insufficienza dei controlli si aggiunge infatti un consenso sociale riguardo alla tendenza a sottovalutare la sicurezza, che viene messa in secondo piano rispetto al profitto. Gli stessi dipendenti a volte tendono a non denunciare le situazioni di pericolo, nel timore di essere licenziati o penalizzati. Ma “lavorare non è morire”, come sottolinea il presidente Mattarella e occorre fare di più, sia a livello istituzionale che sociale per combattere contro questa piaga che affligge il nostro Paese.
Redazione -ilmegafono.org
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