“Molte professioni possono farsi col cervello e non col cuore. Ma l’avvocato no. L’avvocato non può essere un puro logico, né un ironico scettico, l’avvocato deve essere prima di tutto un cuore: un altruista, uno che sappia comprendere gli altri uomini e farli vivere in sé, assumere su di sé i loro dolori e sentire come sue le loro ambasce. L’avvocatura è una professione di comprensione, di dedizione e di carità. Per questo amo la toga, non per le mercerie dorate che la adornano né per le larghe maniche che danno solennità al gesto, ma per la sua uniformità stilizzata, che simbolicamente corregge tutte le intemperanze personali, e scolorisce le disuguaglianze e individuali dell’uomo”.(Piero Calamandrei)
Laureato in Giurisprudenza nel 1912 all’Università di Pisa, Piero Calamandrei conosceva il valore della comprensione e delle ambasce degli uomini. E questa sua affermazione, che a molti può sembrare retorica, è l’immagine esatta di quello che in una società davvero libera e civile dovrebbe essere la figura dell’avvocato. Ma il concetto stesso di società libera e civile si perde nel buio che avvolge la società reale, quella che conosciamo e che altri prima di noi hanno conosciuto nel tempo. L’immagine stessa della giustizia, troppe volte, viene sporcata da chi invece dovrebbe rappresentarla e le cronache di questi giorni aggiungono altre macchie a questa immagine.
Succede allora che lo studio legale “LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners” venga premiato ai Best Legal Awards 2021, e che la motivazione di questo premio reciti, nero su bianco, la seguente motivazione: “Stimato per la proattività e la lungimiranza con cui affianca i clienti. Come nell’assistenza a Gkn per la chiusura dello stabilimento fiorentino e l’esubero di circa 430 dipendenti”. “Lavoro di squadra, passione e dedizione – commentano dallo studio -, questi i valori nei quali crediamo e che ci spingono a voler raggiungere traguardi sempre più alti”. La storia della Gkn abbiamo imparato a conoscerla nei mesi scorsi: è una storia di lotta e dignità, di coraggio e determinazione, ma da una parte sola, quella delle donne e degli uomini che hanno vissuto sulla propria pelle, e ancora stanno vivendo, quel momento tremendo e irreale in cui poche righe informano che si è perso il posto di lavoro: licenziati.
Perché oggi è così che si licenzia: con una mail o con un messaggio sul telefonino. L’arroganza della “razza padrona” dei nostri tempi non ha nemmeno il coraggio di guardare negli occhi i lavoratori che non rientrano più nei loro piani. Quei lavoratori diventano esuberi, sfridi di lavorazione fatti a pezzi come un metallo sul tornio. Già, l’arroganza e la “razza padrona”. C’era un tempo dove si sapeva chi era il padrone, aveva un nome e un cognome, mentre oggi è difficile guardarlo in faccia: si nasconde dentro le scatole cinesi della finanza o dietro un fondo di investimento. Nel caso specifico quel padrone si chiama “Melrose”, fondo speculativo inglese che, dal 2018, controlla la Gkn. “Padroni son tanti e padrone nessuno…”, cantava Paolo Pietrangeli. Oggi decidere come e quando chiudere una fabbrica è ancora più facile, c’è sempre uno studio legale famoso che consiglia e collabora e lo fa con quel “lavoro di squadra, passione e dedizione”. Nelle parole con cui ci si vanta di questo premio, colpisce soprattutto quel paragrafo “questi i valori nei quali crediamo e che ci spingono a voler raggiungere traguardi sempre più alti”.
Difficile immaginare quali siano questi valori e questi traguardi sempre più alti, ma è fin troppo facile inquadrarli nel contesto in cui il mondo del lavoro è stato spinto da una società sempre più lontana dalle persone e dalla vita. Eppure, questi sono gli avvoltoi che costruiscono la loro carriera e la loro fortuna sulle macerie altrui: loro sono i vincenti, arrivano da prestigiose università che li hanno preparati, formati e plasmati per servire i più forti. Dall’altra parte ci sono le teste da tagliare, gli esuberi, gli sfridi. A nessuno interessa il bilancio di 430 famiglie messe da parte, è molto più conveniente tutelare i bilanci di chi chiude o delocalizza una, dieci, cento fabbriche, c’è sempre un altro posto dove è più conveniente investire e trovare manodopera a basso costo. È il modello vincente e loro, i novelli Chicago boys che sanno tutto e non conoscono scrupoli, hanno imparato bene la lezione.
Nel caso specifico, la “LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners” ha una storia che merita di essere conosciuta, perché conoscere è l’unica strada che permette di difendersi dagli squali. Si presenta sul web con parole che, da sole, spiegano tutto: “Affermato come attore di primo piano sulla scena italiana e internazionale, fa leva su competenze approfondite e riconosciute per introdurre metodologie innovative di lavoro. Trasferisce approcci vincenti da esperienze internazionali. È innovativo nel rispetto della cultura giuridica del nostro Paese” (leggi qui).
Francesco Rotondi, come scritto nella stessa home page del sito, è il “Founding e Managing Partner di LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners”, ma è anche un consulente della Lega di Matteo Salvini e docente alla Scuola di formazione politica del partito leghista. Nel pomeriggio di sabato 27 novembre, in un video di pochi minuti, ha testualmente affermato che: “non esiste un premio per i licenziamenti, nessuno ha licenziato, nessuno ha voglia di licenziare, la comunicazione è stata strumentalizzata. Fomentare odio è inaccettabile, il mio studio cerca soluzioni per le aziende e anche in questo caso si sta pensando a una soluzione. Sono molto preoccupato per la sicurezza della mia famiglia”.
Ad assegnare il premio è la rivista Top legal, e fra le motivazioni di questa assegnazione si sottolinea che lo studio premiato è “stimato per la proattività e la lungimiranza con cui affianca i clienti. Come nell’assistenza a GKN per la chiusura dello stabilimento fiorentino e l’esubero di circa 430 dipendenti”. Anche la precisazione, “circa 430 dipendenti”, è uno schiaffo ai lavoratori di Gkn: sono persone non numeri e, in ogni caso, quando si danno i numeri si devono dare giusti.
Nell’ultimo giorno del mese, martedì 30 novembre 2021, è arrivata la raccomandata con cui Gkn si prepara a riaprire la procedura di licenziamento che, nel mese di settembre, il Tribunale del Lavoro di Firenze aveva bloccato come antisindacale e in violazione dello Statuto dei lavoratori. Le donne e degli uomini della Gkn sapevano, da quel giorno di settembre, che la partita non poteva finire lì e a Campi Bisenzio la lotta continua, con la stessa dignità di sempre. Gli avvocati di “LabLaw Studio Legale Rotondi & Partners”, il signor Francesco Rotondi e la rivista Top legal, nei ritagli di tempo fra un brindisi e l’altro, hanno un’occasione importante da non perdere: leggere qualche pagina, qualche riflessione, di Piero Calamandrei. Le donne e gli uomini della Gkn quel cuore di cui parlava Calamandrei lo hanno sempre avuto, è un cuore che batte forte e non si arrende mai, perché è cresciuto in un giardino dove la dignità si respira a pieni polmoni.
Maurizio Anelli -ilmegafono.org
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