La secolare arte dell’infiorata – la riproduzione di quadri per mezzo di fiori – trae le sue origini all’interno del più sacro dei luoghi del mondo occidentale: il Vaticano. Si narra, infatti, che nel 1625, per la celebrazione della festa in memoria dei santi Pietro e Paolo, Benetto Drei – responsabile della Floreria vaticana – insieme al figlio Pietro, avessero usato “fiori frondati e minuzzati ad emulazione dell’opere del mosaico”. Tradizione esportata in varie parti d’Italia e all’estero, dal 1980 tra le più famose c’è sicuramente l’Infiorata di Noto. Nella splendida cornice barocca di Via Nicolaci, quest’anno, per la sua 42° edizione, domenica 16 maggio gli artisti vincitori dell’annuale bando di selezione dei bozzetti a tema, hanno rifinito gli ultimi dettagli delle sedici opere che ricoprono i lastroni lavici che pavimentano la via.
In occasione del 700° anniversario, quest’anno si è celebrato Dante Alighieri – padre del volgare fiorentino – autore della famosissima Divina Commedia. E proprio come il viaggio del Sommo Poeta, il percorso apre con la più celebre frase del Cantico I – L’inferno: “E uscimmo a riveder le stelle” (che dà anche il titolo a questa edizione), proseguendo per un idillio di profumi e colori che, con maestria e sapienza armonica, compongono vere e proprie opere d’arte, effimere, fragili, ma dall’impatto visivo e dalla potenza espressiva così forti da travolgere l’anima, per concludere citando la sublime frase di chiusura del Cantico III – Il Paradiso: “L’amor che move il sole e l’altre stelle”.
Memorie storiche e tradizioni che si incontrano nel presente per sopravvivere al futuro: è questo il vero valore di questo tipo di manifestazioni culturali. Sono espressione di una identità culturale che la digitalizzazione e la frenesia contemporanea rischiano di far perdere, da qualche parte, nella soffitta della memoria. Mantenere vive queste tradizioni è un memorandum che ci ricorda sempre quali sono le nostre radici, permettendoci di aprirci al mondo senza mai perdere l’identità.
Ma se da un lato la digitalizzazione può sembrare una minaccia, dall’altro è un perfetto strumento di diffusione e condivisione, per questo motivo, se come me non siete potuti essere a Noto tra il 14 e il 16 maggio, possiamo avere un assaggio di ciò attraverso il video ufficiale dell’edizione 2021 che trovate a questo link (https://www.youtube.com/watch?v=jSPGDPEgnro).
Sarah Campisi -ilmegafono.org
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