Una piattaforma di monitoraggio e il ruolo di vigilanza diffusa da parte della società civile in vista del Recovery Plan: è questo l’appello che Libera, insieme ad altre associazioni di categoria, ha presentato in una lettera al presidente del Consiglio, Mario Draghi, e al ministro per la Semplificazione e la Pubblica Amministrazione, Renato Brunetta. L’obiettivo principale di tale proposta è quello di ottenere massima trasparenza sul Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), il programma di investimenti che l’Italia dovrà presentare entro fine aprile all’Unione Europea. Il tutto, come già sappiamo, permetterà al nostro Paese di accedere al tanto agognato Next Generation EU, il pacchetto economico di ripresa stanziato dall’UE a seguito della crisi causata dalla pandemia.
Monitoraggio e trasparenza sono proprio due dei punti cardine su cui l’intero Paese deve concentrarsi: tentativi di infiltrazione da parte di mafia e organizzazioni criminali sono già stati documentati da numerose inchieste e il timore è che tali tentativi possano moltiplicarsi non appena il pacchetto sarà reso disponibile e il denaro farà approdo nelle casse italiane. Ma con che mezzi si intende monitorare il tutto? E come ci si potrà accertare che non vi siano intoppi o, nel peggiore dei casi, illeciti? A questo ci ha pensato l’Opengov Forum Italia (Organizzazioni della Società Civile) che già da diversi mesi promuove la campagna di sensibilizzazione “Ripartenza a porte aperte” (una campagna di cui la stessa Libera fa parte). Tale campagna si concentra essenzialmente su due punti: innanzitutto, la creazione di una piattaforma di monitoraggio che sia costruita “seguendo i pilastri del governo aperto, garantendo trasparenza, partecipazione e un’effettiva rendicontabilità del Recovery Plan”.
La piattaforma, si legge nella lettera inviata al governo, “deve essere interoperabile con altre banche dati e completa di dati aperti continuamente aggiornati, ma anche comprensibile e fruibile a tutti, prevedendo visualizzazioni chiare e intuitive delle informazioni e l’uso di un linguaggio chiaro”. Ciò consentirà “di tracciare l’uso dei fondi, scongiurando che a beneficiarne siano i soliti noti o i soggetti che vantano rapporti più stretti con la politica e fanno per questo valere la loro influenza”. Inoltre, ed è questo forse il punto più importante, si richiede il coinvolgimento della società civile sia per quanto riguarda la fase di definizione dei contenuti del PNRR, sia per il monitoraggio delle spese e dei risultati che si saranno raggiunti successivamente. Per far ciò, sarà necessario “rafforzare tutte le autorità di gestione locali e nazionali affinché ogni soggetto attuatore possa essere in grado di realizzare quanto prefissato e sia in grado di produrre dati di qualità leggibili e aperti”.
In questo modo diventerà imprescindibile “generare osservatori, laboratori e report di vigilanza” per cui è necessario il riconoscimento formale da parte del governo, così da potersi assicurare un controllo deciso, attento e soprattutto costante da parte di tutte le forze messe in campo. Il tempo stringe e la fine del mese è vicina. L’Italia non può permettersi ulteriori ritardi, né eventuali intoppi causati da negligenza e incompetenza. Gli interessi sono molteplici e già si sente il rumore della criminalità che affila i coltelli, una criminalità che, quando l’odore del denaro si fa più vivo, tende a vivacizzarsi, così come fanno gli squali col sangue. Oggi più che mai ci troviamo di fronte ad un bivio, un vero e proprio spartiacque: si gioca il futuro del nostro Paese e non possiamo sprecare questa grande occasione. Per questo bisogna difendere questi fondi dal malaffare e dai soliti meccanismi mafiosi.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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