La lotta alla criminalità organizzata non sarà più una prerogativa esclusivamente italiana. Ad affermarlo è la nuova direttiva Ue 2018/1805 che, dal 19 dicembre dello scorso anno, stabilisce “il riconoscimento reciproco dei provvedimenti di congelamento e confisca dei beni mafiosi in tutti i Paesi dell’Unione”. Ciò significa che la magistratura italiana non deve più avere a che fare con i diversi approcci normativi tipici di ogni Paese membro, bensì può far uso di un regolamento univoco, condiviso da tutti, che faciliterà di gran lunga il contrasto ai clan mafiosi e che permetterà, quindi, di evitare le classiche lungaggini burocratiche che spesso, in passato, hanno ristretto di gran lunga il raggio d’azione degli inquirenti.

A distanza di un mese dall’attuazione della nuova normativa possiamo già riscontrarne le positive conseguenze: mercoledì scorso, infatti, la Procura di Salerno è riuscita a porre fine all’impero di Roberto Squecco, imprenditore nel campo delle pompe funebri già noto alle forze dell’ordine per una condanna con sentenza definitiva per tentata estorsione aggravata dal metodo mafioso. La procura campana, in collaborazione con la squadra Mobile e la Divisione Anticrimine della Questura di Salerno, ha notificato il decreto di sequestro di diversi beni mobili e immobili riconducibili all’imprenditore, tra cui un terreno di ben 4600 metri quadri a Zimbor, in Romania. Le accuse sono diverse e vanno dall’intestazione fittizia di beni al riciclaggio, ma anche reimpiego di denaro, beni o utilità di provenienza illecita, peculato, abuso d’ufficio e falso.

Tutto ciò, come è evidente, è stato reso possibile in tempi decisamente veloci grazie alla nuova direttiva Ue 2018/1805. Si tratta insomma di una dimostrazione del fatto che meno pratiche e meno burocrazia permettono uno snellimento delle attività investigative, ma soprattutto la possibilità di raggiungere i criminali o le persone affini ai clan nei meandri dei propri traffici illeciti con più facilità e con maggior precisione. Il futuro della lotta alla criminalità organizzata potrebbe finalmente apparire più roseo: d’altronde, come sappiamo bene in Italia, la forza della collaborazione è una delle armi più importanti nella lotta al potere subdolo della criminalità.

Oggi, ancor più che in passato, un’intesa fra i Paesi membri dell’UE permette non solo di cementificare ancor di più quel senso di appartenenza e di unione che in tempi così bui sembra spesso flebile, ma apporta anche dei benefici molto importanti nella lotta alle mafie. Magari questa guerra contro le mafie non finirà domani, ma è bello sapere che finalmente non siamo da soli a combatterla.

Giovanni Dato -ilmegafono.org