Le foreste continuano a essere in serio pericolo. Neanche la pandemia è riuscita a bloccare lo sciacallaggio che sta rovinando interi paradisi terrestri. In Uganda, infatti, il governo ha deciso bene di sconvolgere l’habitat naturale di scimpanzé e uccelli rari per lasciare spazio agli agricoltori con il loro prodotti. L’Alta corte di Kampala ha concesso la distruzione di una parte dei 44 mila ettari che formano la foresta di Bugoma, a 250 chilometri a Nord-Ovest della capitale. Nello specifico, è stata la Hoima Sugar di Mauritius a vincere l’appezzamento di terra che, secondo il giudice, si trova fuori dall’area protetta. Quell’angolo di foresta verrà dunque utilizzato per la coltivazione della canna da zucchero. Già il mese scorso la corte ha ordinato all’Autorità Forestale Nazionale (NFA) che la gestisce di lasciare libero il terreno e rispedire a casa i militari che la sorvegliavano, iniziando così i lavori di bonifica.
A sostegno di questo progetto si è schierato il re ugandese dell’antico regno di Bunyoro-Kitara, Solomon Iguru Gafabusa. La sua scelta ha, però, dei retroscena: per anni ha ceduto il 70 per cento di Kinyagara Sugar Works, produttrice ugandese di canne da zucchero, alla società mauriziana che ora sta per accaparrarsi parte di Bugoma. Quest’ultima per difendersi da chi l’ha criticata ha invece dichiarato che questo cambiamento porterà solo vantaggi per gli abitanti del luogo. Nello spazio prescelto dovrebbero essere costruiti ospedali, scuole, strade, creando di conseguenza nuovi posti di lavoro.
Non sono mancate le dure repliche dell’Associazione per la conservazione della foresta Bugoma, che sta protestando per salvare 900 ettari di foresta tropicale che rischia di essere rasa al suolo per lasciare il posto alle coltivazioni. Questo atto porterebbe con sé modifiche irreversibili sulla vita animale e vegetale del bosco, inclusi i parametri del fiume Nilo. “Non è importante se la terra cada o meno all’interno dei confini della riserva – ha dichiarato al Guardian, Costantino Tessarin, presidente dell’Associazione-. La vera questione è che si parla di un ecosistema di importanza internazionale che non può essere frazionato. La decisione di procedere con la bonifica della foresta rappresenta una vergogna imperdonabile per tutte le persone di buon senso, non solo in Uganda ma nel mondo”.
Con l’Associazione partecipano alla ribellione anche l’Nfa e i conservazionisti che hanno lanciato una campagna sui social per salvare la foresta. Inoltre, Tessarin ha aggiunto che, per delle azioni concrete, è necessario l’intervento del governo e delle istituzioni nazionali. Salvaguardare Bugoma è importante, in quanto rappresenta un patrimonio eccezionale per la sua fauna. Al suo interno vivono, infatti, animali speciali: due specie di uccelli molto rari, come il francolino di Nahan e il mughetto dalle orecchie nere, oltre 500 scimpanzé, il mangabey grigio, che è endemico, e un piccolo numero di elefanti.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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