In un Paese alle prese con uno dei momenti più difficili e bui dai tempi della seconda guerra mondiale, il rischio di abbassare la guardia e di “dimenticare” per un attimo quel che ci circonda c’è ed è reale. Presi come siamo, in questo momento, dall’unico scopo davvero importante quale è sopravvivere alla pandemia, l’attenzione nei confronti dei problemi cronici con cui abbiamo a che fare ogni giorno potrebbe non essere sufficiente. È questo, in sintesi, l’accorato appello che Roberto Saviano ha voluto dedicarci in un lungo articolo pubblicato lo scorso mercoledì su Repubblica (leggi qui). Il giornalista e scrittore partenopeo ha voluto porre l’attenzione sul problema legato alla criminalità organizzata, alle mafie e a tutte quelle pratiche illecite e illegali che potrebbero prendere il sopravvento qualora la pandemia dovesse ulteriormente intensificarsi.
In poche parole, il rischio di ritrovarci a dover combattere su più fronti è piuttosto alto, specie se si considera lo spiegamento di forze che al momento è concentrato principalmente sul contenimento di questo virus maledetto. La criminalità organizzata, si diceva, potrebbe quindi approfittarne. Ma come? E in che modo? Innanzitutto, ha affermato Saviano, persino i clan mafiosi si sono trovati impreparati di fronte all’ondata pandemica e alla potenza dirompente della stessa. Neppure la mafia cinese, da sempre una delle più temibili e meglio organizzate, ha saputo anticipare, prevedere o quantomeno contenere i disagi causati da questo tipo di choc economico, sociale e psicologico. Pertanto, l’idea che la mafia “nostrana” stia ancora cercando di recuperare terreno e di rimettere a posto i propri pezzi è effettivamente reale e potrebbe volerci del tempo perché l’intera organizzazione si risistemi e ricominci a ripartire.
Ad ogni modo, ciò non significa che questa situazione resterà tale per molto tempo. Il timore espresso da Saviano, infatti, è che una volta riorganizzatasi, la criminalità possa infiltrarsi ancora di più all’interno di ogni aspetto sociale del nostro Paese, specie tra la popolazione meno abbiente e laddove prodotti alimentari e soprattutto sanitari dovessero iniziare a scarseggiare. Qualora, ci si chiede, dovessero davvero venire a mancare gel, mascherine o persino un pacco di pasta, chi potrà rispondere a una domanda crescente e difficile da soddisfare? Non solo: che ne sarà di tutti quei bar, quei ristoranti e in generale di tutte quelle attività che non riusciranno a riaprire una volta che la pandemia sarà passata?
La mafia non esiterebbe un attimo a prendere il sopravvento, a fornire i prodotti aggirando ogni legge e limitazione, a rilevare esercizi commerciali a prezzi scontatissimi e a mantenere un controllo territoriale che rischierebbe di farsi ancor più forte e radicato. In un’ottica di breve termine, considerato il periodo in cui viviamo dove lo spostamento fisico di mezzi e di persone è decimato e particolarmente controllato, la criminalità non può fare affidamento su quei modi di operare tipici e consueti che l’hanno resa tanto potente. Pensiamo alle alluvioni, ai terremoti, alle calamità che hanno colpito il nostro Paese in questi anni: è lì che la mafia ha fatto alcuni degli affari più remunerativi di sempre ed è lì che si è fatta trovare pronta e disposta a tutto, lì dove la disperazione era tangibile, dove la mobilità non era vietata, anzi, addirittura necessaria.
D’altro canto, però, se le cose dovessero peggiorare e in vista di una programmazione a lungo termine, le organizzazioni criminali italiane (ma oseremmo dire mondiali) non si faranno più trovare impreparate, neppure da questo stallo fisico a cui siamo costretti oggigiorno. Al contrario, queste approfitteranno ulteriormente di ogni piccola occasione per insinuarsi ed infiltrarsi tra le maglie della società, persino tra quelle fino a qualche settimana fa più salde, ma che in tempi del genere rischiano di sfilacciarsi e sciogliersi come neve al sole. Quindi, accettando l’invito di Roberto Saviano, va sottolineato che, anche se al momento è difficile perché la priorità dello Stato è salvare vite umane e frenare i contagi, è necessario uno spazio di osservazione anche dei fenomeni criminali, è necessario rimanere vigili, essere sentinelle per evitare di farci cogliere alla sprovvista dalle mafie, quando tutto tornerà alla normalità.
Giovanni Dato -ilmegafono.org
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