Che “l’oro liquido” che quotidianamente appare sulle nostre tavole non sia soltanto un condimento, è fatto chiaro ed evidente a chiunque provi ad andare un attimo al di là del gesto meccanico di insaporire un’insalata. Che possa essere addirittura un elemento di comunanza tra popoli e culture, lo è forse un po’ meno. Ma è proprio questo il messaggio che vuole emergere dalla nona edizione di “Olio Officina Festival”, l’happening ideato dallo scrittore, giornalista e oleologo Luigi Caricato, che si è concluso sabato scorso al Palazzo delle Stelline (Milano) e che nel sessantesimo anniversario della categoria merceologica “extra vergine di oliva” ha proposto un tema quantomai profondo: L’Olio dei Popoli.
Da coltura tipicamente mediterranea, conosciuta e sfruttata da oltre 5.000 anni, l’olivo e il suo prezioso derivato sono usciti dal loro bacino di origine (già di per sé estremamente variegato dal punto di vista culturale), iniziando a essere conosciuti anche a grande distanza, in India, in Cina, in Giappone. Ma il tema Olio dei Popoli è da intendere in senso totale, fa notare Caricato: “L’olio che tutti i popoli consumano, in ogni angolo del mondo. Gli oli tutti, senza trascurare nessun olio. L’olio ricavato dall’oliva, in particolare, che da alimento etnico è diventato alimento interetnico, consumato in tutti i continenti e che di fatto diventa un olio universale, proprio per le sue virtù salutistiche che lo rendono diverso e di qualità superiore”.
“L’olio – continua – è simbolo di pace e in questa epoca in cui si innalzano muri, l’olio va oltre e rappresenta il simbolo della fratellanza e della condivisione, della universalità. Così come l’olio entrando in relazione con il cibo unisce e aggrega, allo stesso modo l’olio unisce tra loro i popoli, al di là di religioni e appartenenze ideologiche”. Al di là delle esposizioni di prodotti di pregio e dei laboratori di assaggio, con abbinamenti anche insoliti (oltre al prodotto puro, sono state presentate originali macinazioni di olivo con erbe aromatiche, Olio Officina Festival è stato ancora una volta occasione di riflessione e creazione artistica. Gli stendardi illustrati che dominavano il chiostro del Palazzo, sono il frutto della collaborazione con gli studenti di Illustrazione e Animazione IED Milano, i quali, attraverso il linguaggio universale delle immagini (accompagnato anche da proiezioni video), hanno espresso il ruolo aggregante dell’olio, ciascuno facendo ricorso a quanto il tema stimolava a livello personale.
L’olio per la donna
“You, l’olio per te donna” è il nome del progetto tutto al femminile di Sommariva Tradizione Agricola, presentato a Olio Officina Festival 2020. A parlarne è stata la stessa ideatrice e promotrice, Alice Sommariva, e con lei la giornalista televisiva Francesca Carollo e la cantautrice e conduttrice televisiva Jo Squillo, dell’Associazione Wall of Dolls. You è un olio evo monocultivar Taggiasca, pensato per tutte le donne che ogni giorno combattono una propria personale battaglia, o contro una malattia, o contro la violenza fisica, psicologica e sessuale, o contro la discriminazione di genere o contro il body shaming. Le olive da cui l’olio viene estratto provengono da terreni appartenenti a donne e sempre da loro stesse coltivati. Il progetto ha una importante valenza simbolica, anche in ragione del fatto che parte del ricavato della vendita viene devoluto in beneficenza.
Dramma sottocosto, un mercato avvilito
Non tutto è oro ciò che luccica. Se è a tutti gli effetti un grande alimento, da tutti universalmente ritenuto un functional food, il mercato tuttavia non riesce ad assegnare il giusto valore a un prodotto come l’olio extra vergine di oliva cui, addirittura, una corrente di pensiero attribuisce a buon diritto il ruolo di alimento “nutraceutico”. Malgrado questo, vengono di fatto minacciati il valore e l’onorabilità stessa degli oli. L’occasione dei 60 anni dell’extra vergine è anche quella che ci consente di dire stop al sottocosto praticato in maniera selvaggia dalla Grande distribuzione organizzata. Possibili soluzioni e alternative ci sarebbero, e proprio per questo a OOF 2020 è stato elaborato un documento ufficiale da porre all’attenzione dei buyer della Gdo. A discuterne, tra gli altri, il direttore generale di Assitol, Andrea Carrassi, il direttore commerciale di Salov, Mauro Tosini, l’analista di mercato, Daniele Tirelli, e altri imprenditori del settore.
La tutela della qualità
Nella produzione degli oli da olive c’è sempre stato il tentativo di raggiungere le vette della qualità, e di conseguenza si rende sempre più necessario organizzarsi in un “disciplinare di produzione” dai parametri severi, in modo che la qualità sia oggettivamente riconoscibile e certificata. Ecco allora l’adozione di un bollino internazionale per l’alta qualità degli oli extra vergini di oliva, frutto di una preziosa collaborazione tra due consorzi, Ceq Italia e QVExtra!, entrambi particolarmente sensibili alle produzioni d’eccellenza e che proprio per questo hanno stretto un accordo per condividere un bollino che favorisce una corretta ed efficace visibilità sul mercato.
Filippo Nardozza (Sonda.life) -ilmegafono.org
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