Lo scorso 10 ottobre, il Consiglio dei Ministri ha approvato il “decreto clima”, ovvero una serie di provvedimenti che mirano a contrastare le problematiche relative alla crisi climatica con un’azione rivolta a politiche green e a basso impatto ambientale. Più nello specifico, le misure adottate all’interno del decreto si pongono come obiettivo quello di rientrare nei parametri previsti dalle direttive europee riguardanti la qualità dell’aria.
La misura di maggiore interesse è sicuramente il cosiddetto “bonus mobilità”, anche se destinato solo ai comuni che superano i 100 mila abitanti: un incentivo di 1500 euro per la rottamazione di autoveicoli fino alla classe Euro 3 e di 500 euro per i motocicli Euro 2 o Euro 3; tale incentivo potrà essere sfruttato per l’acquisto di abbonamenti di mezzi pubblici, servizi green o anche per l’acquisto di biciclette. Per quanto concerne la mobilità sono stati inoltre previsti dei fondi per l’ammodernamento dei mezzi di scuolabus, prevedendo una sostituzione con veicoli ibridi o elettrici.
Il secondo aspetto degno di nota all’interno del decreto è quello relativo alle misure a favore della riforestazione del territorio, con circa 30 milioni di euro stanziati per rendere più verdi in particolare le zone metropolitane delle principali città italiane. Inoltre sono stati previsti maggiori poteri per gli enti e i soggetti competenti in materia di bonifica del territorio, tematica di particolare importanza e impatto specialmente al centro-sud.
Un altro punto del decreto clima è quello che concerne il “green corner”, ovvero un bonus di 5000 euro dedicato ai commercianti che promuoveranno prodotti sfusi o alla spina e che non faranno utilizzo di imballaggi monouso. Il bonus sarà valido per gli anni 2020 – 2021 e accoglierà le richieste fino ad un totale di 20 milioni di euro.
Queste e le altre misure contenute all’interno del decreto clima rappresentano l’inizio del “Green New Deal” tanto promosso e pubblicizzato dall’attuale governo. Questo perché, visto il gap evidente sul tema rispetto ad altri paesi, come ad esempio quelli scandinavi o la più vicina Germania, il decreto, sulle cui misure si può ancora discutere per trovare margini di miglioramento, rappresenta solo un inizio, un buon proposito dal quale partire per iniziare a fare qualcosa di concreto sulla questione clima.
Manuele Foti -ilmegafono.org
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