Il cantautore bergamasco Viky, dopo i buoni riscontri ottenuti dal suo primo lavoro da solista, datato 2016, torna alla ribalta con una nuova produzione per esprimere ancora una volta tutta la sua vena artistica. “Tra le mie coste” è il titolo che ha scelto per questo suo EP, disponibile ormai da qualche mese in giro per il web. Strutturato lungo cinque tracce, il lavoro è sostanzialmente la messa in musica di un’esperienza interiore, nella quale le coste menzionate nel titolo rappresentano una sorta di confine dell’animo umano, dove si naufraga rovinosamente ma da dove è possibile successivamente salpare.

“Tra le mie coste” è un racconto breve ma intenso, che Viky fa scorrere senza preoccuparsi troppo della forma, badando molto alla sostanza, che in questo caso specifico vuol dire esternare nel modo più veritiero possibile le sensazioni percepite dal naufrago, cruente o romantiche che siano.

Per rappresentare tutto questo, Viky ci offre un cantautorato che si rifà molto alla verve elettro-pop tutta di new generation. Un genere attualissimo e molto utilizzato su scala mondiale, dentro il quale i suoni sintetizzati non svolgono più la parte dell’abbellimento, ma sono invece una parte essenziale per l’incipit del brano, per il ritmo o per calare nel contesto l’ascoltatore.

La parte pop mostrataci da Viky (che abbiamo avuto ospite nell’ultima puntata di “The Independence Play”, la nostra trasmissione radiofonica) è anch’essa molto interessante, anche perché non sfrutta i tratti distintivi del genere per riscuotere facili (e banali) consensi, ma li impregna di un’intensità emotiva e di un filo logico a livello compositivo che danno grande valore al musicista e, di conseguenza, alla sua produzione.

“Tra le mie coste” è un disco che vi consigliamo senza indugi, perché attuale, intenso e anche originale, frutto di qualcosa che viene dall’interno, dal profondo dell’animo di un artista vero.

Manuele Foti -ilmegafono.org

La copertina dell’Ep “Tra le mie coste”