Un milione di pesci morti nel giro di una settimana: un bilancio a dir poco tragico si è registrato nei mari e nei laghi dell’Australia, un fenomeno che ha preoccupato non poco esperti e ambientalisti. La causa è riconducibile all’ondata di siccità che ha colpito il paese, provocando di conseguenza anche il prosciugamento di bacini idrici, habitat naturale dei pesci ormai morti. L’allarme è arrivato anche al governo australiano, che ha deciso di adottare misure utili ad arginare quella che a tutti gli effetti può essere definita un’emergenza.
Le analisi ufficiali affermano che, soltanto nel fiume Darling, ci siano stati un milione di pesci morti, e sempre nella stessa zona si è verificato il ritrovamento di un altro gruppo di carcasse in un lago, circa duemila esemplari ormai senza vita. L’innalzamento delle temperature ha provocato una massiva proliferazione di alghe nelle acque, le piante a loro volta hanno ridotto la quantità di ossigeno, indispensabile anche ad altre forme di vita, come i pesci.
Di qui la decisione del governo di intervenire concretamente nelle zone interessate e più colpite dalla siccità. Le autorità hanno deciso di installare circa 16 aeratori a batteria nei bacini idrici colpiti da siccità, in modo da ripristinare i valori ottimali di ossigeno.
Una soluzione che può risolvere il problema almeno nelle acque, dato che il caldo record sta provocando migliaia di morti anche tra le specie terrestri, quali pipistrelli, volpi volanti e anche cavalli. Nelle regioni interne, infatti, sono stati trovati circa un centinaio di cavalli disidratati o in fin di vita per gli stenti e la fame. Un ulteriore campanello d’allarme per chi ancora sostiene che il cambiamento climatico sia solo un’invenzione.
Redazione -ilmegafono.org
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