Rivoluzione nell’ambito delle rotte aeree italiane. Si chiama Free Route ed è un impianto complesso che permette a tutti gli aerei che navigano a quote superiori agli 11 mila metri (poco più di 36 mila piedi, l’unità di misura dell’altitudine sugli aeroplani) di scegliere un percorso diretto senza far più riferimento ai radiofari. Praticamente, sarebbero quei trasmettitori omnidirezionali disseminati sul territorio che emettono segnali in onde medie e che hanno il compito di tracciare il percorso degli aerei, prossimi all’atterraggio o che devono solo attraversare lo spazio aereo nazionale.
È una novità tecnologica attivata dall’Enav, la società che gestisce il traffico aereo civile, 24 ore su 24, dalle torri di controllo dei 45 aeroporti e dai quattro Centri di controllo d’Area, da cui, dopo un primo bilancio, sono emersi diversi vantaggi. Innanzitutto bisogna mettere in luce il risparmio di carburante per le compagnie; non meno importante, la diminuzione della CO2 nell’aria; infine, l’aumento del traffico aereo sui nostri cieli, dagli 11 mila metri, e dunque, anche gli introiti finanziari derivanti dalle tariffe di sorvolo che le compagnie pagano per attraversare gli spazi aerei.
In questo modo i comandanti degli aerei che sorvolano la nostra Penisola possono scegliere la strada più breve per raggiungere l’aeroporto di destinazione e non essere più obbligati ai vari “zig-zag” imposti dai radiofari dislocati sul territorio. La novità del Free Route, dunque, consiste nel far risparmiare circa 30 milioni di chili di carburante e di far scendere le emissioni di CO2 per circa 95 milioni di chili, creando inoltre i presupposti per attirare più traffico sul nostro spazio aereo e, di conseguenza, maggiori occasioni di incasso.
Una volta la navigazione aerea procedeva da un radiofaro all’altro, seguendo percorsi obbligati, lungo traiettorie che non erano mai dirette. Sui piani di volo, che ogni comandante redige prima del decollo, si dovevano fissare i vari punti radio da raggiungere lungo l’aereovia che li avrebbe portati a destinazione. Adesso i sistemi sono cambiati: i radiofari sono stati, ma ancora sono, dei dispositivi fondamentali, sebbene oggi il sistema Gps sia diventato lo strumento più usato. Per realizzare il Free Route sono stati fatti consistenti investimenti sulle tecnologie e sulla formazione dei controllori. Visti i notevoli risultati, si sta già lavorando per abbassare la quota a 9 mila metri entro la prossima estate, accorciando così i tempi di quasi 4 anni rispetto alla direttiva europea.
A dimostrazione delle potenzialità di questo nuovo mezzo si possono citare alcuni voli che nel 2017 hanno aumentato sia la frequenza dei passaggi sull’Italia che la percorrenza media, come: la tratta Parigi-Tel Aviv che, nel 2016, su un totale di 344 voli, ha attraversato l’Italia 54 volte, mentre invece, nel 2017, su 580 voli ha attraversato l’Italia 522 volte con una percorrenza media per volo in più rispetto al 2016 pari a circa 540 km; oppure la tratta Londra- Atene che, nel 2016, su un totale di 2223 voli ha attraversato l’Italia 1838 volte contro le 1907 del 2017 e con una percorrenza media per volo in più di circa 240 km. Numeri che fanno ben sperare in uno sviluppo sempre più vasto del sistema in tutta Europa.
Veronica Nicotra -ilmegafono.org
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