Espressioni come efficienza energetica, riciclo dei rifiuti, decarbonizzazione e fotovoltaico fino a pochi anni fa erano sconosciute al mondo politico italiano. Solo i Verdi, federazione che ormai è confluita nel Partito Democratico, affrontavano queste tematiche e proponevano misure concrete a tutela dell’ambiente. Oggi invece, così come alle precedenti elezioni del 2013, l’ambiente figura tra i punti principali di tutti i programmi dei partiti o delle coalizioni elettorali italiane, sebbene con posizioni e proposte differenti. Confrontando i programmi delle principali formazioni politiche in lizza per le elezioni del prossimo 4 marzo (M5S, Pd, Liberi e Uguali e centro-destra), le proposte più ambiziose sono ancora una volta, come nel 2013, quelle del Movimento 5 Stelle e dei partiti di sinistra (Liberi e Uguali).
Nel loro programma, i 5 Stelle elencano quattro punti per la promozione della Green Economy: la creazione di 200mila posti di lavoro nel settore del riciclo rifiuti; l’eliminazione della dipendenza dal petrolio entro il 2050; un milione di auto elettriche e la creazione di 17mila posti di lavoro per ogni miliardo di euro investito nelle rinnovabili e nell’efficienza energetica.
Liberi e Uguali presenta invece “Quel grande piano verde” che propone una conversione ecologica dell’economia, attraverso la decarbonizzazione “totale”, l’eliminazione completa dei rifiuti, l’efficienza energetica nelle case e dei trasporti, l’introduzione della “carbon tax” e un aumento degli investimenti nelle fonti rinnovabili. Liberi e Uguali prospetta inoltre «un definitivo stop al consumo di suolo urbano e agricolo, per varare un piano di tutela e promozione del capitale naturale del nostro paese», nonché la bonifica dei territori inquinati dalle industrie o dallo smaltimento illecito di materiali inquinanti e tossici. Si propone anche un forte potenziamento dei trasporti pubblici urbani e pendolari su ferro e dei sistemi logistici intermodali, nonché un programma strutturale per la conversione dell’industria pesante ed inquinante.
Il Pd, da parte sua, pone l’accento sugli incentivi alla riduzione delle emissioni inquinanti. «Molti gli interventi possibili, già sperimentati in diversi paesi – si legge nel programma del Pd -. Da tariffe di smaltimento dei rifiuti variabili a seconda che si partecipi o meno alla raccolta differenziata, che va comunque incrementata, a tasse di possesso automobilistiche legate alle emissioni; dalla detassazione degli investimenti in ricerca e sviluppo, alla previsione di una carbon tax che penalizzi processi particolarmente energivori». Il Partito Democratico non trascura però il settore del gas e propone il potenziamento delle infrastrutture di rigassificazione, trasporto e stoccaggio del gas, nonché la creazione di un mercato del gas, «necessaria per portare alla separazione dei prezzi del gas da quelli del petrolio».
Proposte meno mirate figurano infine nel programma del centrodestra: più tecnologie innovative applicate all’efficientamento energetico, risparmio energetico ed efficientamento della rete, sostegno alle energie rinnovabili e tutela dell’ambiente.
Insomma, l’ambiente è una voce presente nei vari programmi elettorali, con punti di vista e soluzioni differenti e storie politiche differenti a rappresentarli. Agli elettori il compito di studiare per bene i singoli punti e, soprattutto, di capire se e di chi fidarsi oppure no.
G.L. -ilmegafono.org
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