L’economia circolare è da considerarsi una realtà ormai solida nel nostro paese, se non altro da un punto di vista concettuale e teorico. Lo step successivo, quello che la porterebbe a dare realmente i suoi frutti in termini di sostenibilità, è la creazione di un sistema organizzato, capace di coinvolgere aziende, imprenditori e consumatori. È questa la strada che Enel e Intesa Sanpaolo intendono tracciare con il Manifesto per l’Economia Circolare, un progetto lanciato presso la sede di Confidustria alla presenza del ministro per l’Ambiente, Gian Luca Galletti, e l’europarlamentare Simona Bonafè.
Il Manifesto coinvolge anche altre sei grandi aziende italiane, ossia Costa Crociere, Eataly, Bulgari, Fater (joint venture tra P&G e Gruppo Angelini), Novamont e Gruppo Salvatore Ferragamo, che si propongono di promuovere le cosiddette “best practicies” per l’economia circolare. Il documento traccia le linee guida per introdurre le aziende in un’ottica di competitività, innovazione ed efficienza, nel rispetto dell’ambiente, promuovendo attività a impatto ridotto e a prova di sostenibilità.
In questo senso l’economia circolare si propone come volano di sviluppo e di innovazione tecnologica, nel tentativo di delineare un insieme di regole da applicare in ogni ambito della produzione. Definire una metodologia specifica nel rapporto con i fornitori, un target preferenziale e un sistema circolare nell’approccio alla produzione, per l’appunto, sono le basi di una progettualità ad ampio raggio, volta anche alla ricerca e alla creazione di nuovi business. Le aziende firmatarie del Manifesto, inoltre, si sono distinte nei loro settori specifici per le pratiche ambientali e circolari virtuose, soprattutto per i benefici arrecati all’ambiente. La Fater, infatti, ha da tempo avviato un progetto di recupero e riqualificazione del materiale assorbente, dal quale è possibile ricavare altri materiali per la produzione di altre materie prime.
A Treviso è stato installato un impianto capace di riciclare il 100% di pannolini, tamponi e altri prodotti assorbenti dai quali è possibile ricavare plastica, cellulosa e altri polimeri assorbenti, in quantità che arrivano anche a 10000 tonnellate ogni anno. L’impianto sarà definitivamente operativo a partire dai prossimi mesi. Il modello, ritenuto molto efficiente, sarà poi esportato in Olanda, da sempre in prima linea per le pratiche di sostenibilità ambientale. Anche Eataly, del resto, da tempo si schiera a favore dello slow food e del mangiar sano, con politiche improntate alla sostenibilità alimentare, segno che la circolarità e la sostenibilità possono essere associate a ogni comparto della produzione umana.
L’evento tenutosi presso la sede di Confidustria ha dato spazio anche alla presentazione del Documento di Posizionamento Strategico Nazionale del ministero dell’Ambiente e del ministero dello Sviluppo Economico. Tra i punti focali del documento, il cosiddetto EoW-End Of Waste, per il recupero di materiali alla fine del proprio ciclo vitale, nel rispetto delle normative comunitarie.
Laura Olivazzi -ilmegafono.org
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