È stato definitivamente introdotto nel nostro ordinamento il reato di tortura. La Camera dei Deputati ha infatti approvato, senza ulteriori modifiche, il testo già approvato dal Senato. Sono stati 198 i sì (tutti di PD e AP), mentre hanno votato contro Lega, FI, FdI e COR. Astenuti la Sinistra parlamentare e il Movimento 5 Stelle. Delle critiche alla legge che era passata in Senato ne avevamo già scritto su queste colonne (leggi qui).
La critica che veniva mossa da destra, riprendendo un vecchio filo del nostro discorso di qualche tempo fa, è che tale legge fosse ideologica, concepita contro le forze dell’ordine. La critica da sinistra, invece, riguardava la sostanziale inapplicabilità delle legge. A spazzare via qualsiasi dubbio arriva il vecchio Maurizio Gasparri, non nuovo a dichiarazioni “concilianti” e, per inciso, vice-presidente del Senato.
“Sulla tortura – ha affermato – è stata approvata una legge che la sinistra ha concepito come uno strumento di minaccia e punizione nei confronti delle forze di polizia. Una legge inopportuna e sbagliata. Per fortuna, con la nostra azione al Senato abbiamo fatto in modo che il testo venisse modificato e che la legge diventasse sostanzialmente inapplicabile. Abbiamo boicottato attivamente un tentativo di paralizzare le forze di polizia”.
“Già esistono – continua Gasparri – norme che impediscono violenze e soprusi in molti casi applicate quando i fatti lo imponevano. Ma la sinistra ha condotto, sotto dettatura di alcuni giornali, questo dibattito sulla tortura con l’obiettivo evidente di aggredire ulteriormente polizia e carabinieri. Un tentativo, grazie alla nostra azione, in parte fallito, avendo deliberatamente introdotto nel testo elementi di confusione e di contraddizione che rendono la legge inapplicabile. Chi canta vittoria ha in realtà fatto un buco nell’acqua. Mentre chi a sinistra dice che la legge non serve a nulla ha ragione. Il testo, così com’è, è carta straccia”.
Insomma, un vero e proprio miracolo di conciliazione e di alta politica, quello condotto da Gasparri. Alla fine, pare che l’unico a restarci fregato sia proprio l’ordinamento italiano che, secondo Gasparri, non ha ancora una legge applicabile in tema di tortura. E dire che non stiamo parlando, apparentemente, di un tema etico delicato quale l’eutanasia; qui stiamo parlando di rispetto dei diritti umani. Di fronte a ciò vediamo, stupefatti, una delle più alte cariche dello Stato esultare non per aver portato delle modifiche utili, anche dal proprio punto di vista, a una legge e alla sua applicazione, ma per la vittoria dell’ostruzionismo e per avere una norma inutile.
Il tempo e la giustizia ci diranno se ha avuto ragione Gasparri. Di certo, di questo passo e se questo è l’andazzo, c’è da chiedersi dove e a cosa ci condurranno l’ostruzionismo e questa…maturità politica. Intanto, registriamo con serenità di essere un Paese civilizzato senza una legge applicabile (a detta dei suoi stessi detrattori) sulla tortura. Inseriamo allora con soddisfazione questo risultato nella lista di quelli ottenuti da “i’ Governo d’i fare”. Lo facciamo noi, perché nella maggioranza stanno già discutendo sul sesso degli angeli. D’altronde, a forza di fare poco subito piuttosto che tutto in futuro, i risultati, come si vede, sono davvero soddisfacenti.
Penna Bianca -ilmegafono.org
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